139 Sempre le brighe compero a contanti:
Bestemmiator, non vi fo ignun divario
Di bestemmiar più uomini che santi,
E tutti appunto gli ho in sul calendario:
Delle bugie ignun non se ne vanti,
Chè ciò ch’io dico fia sempre il contrario:
Vorrei veder più fuoco, ch’acqua o terra,
E ’l mondo e ’l cielo in peste, e ’n fame e ’n guerra.
140 E carità, limosina o digiuno,
Orazion non creder ch’io ne faccia;
Per non parer prováno,29 chieggo a ognuno,
E sempre dico cosa che dispiaccia;
Superbo, invidioso e importuno:
Questo si scrisse nella prima faccia:
Chè i peccati mortal meco eran tutti,
E gli altri vizj scelerati e brutti.
141 Tanto ch’io posso andar per tutto ’l mondo
Col cappello in su gli occhi com’io voglio;
Com’una schianceria son netto e mondo:
Dovunque io vo, lasciarvi il segno soglio,
Come fa la lumaca, e nol nascondo;
E muto fede e legge, amici e scoglio,
Di terra in terra, com’io veggo o truovo,
Però ch’io fu’ cattivo insin nell’uovo.
142 Io t’ho lasciato indrieto un gran capitolo
Di mille altri peccati in guazzabuglio;
Cho s’io volessi leggerti ogni titolo,
E’ ti parrebbe troppo gran mescuglio;
E cominciando a sciorre ora il gomitolo,
Ci sarebbe faccenda insino a luglio;
Salvo che questo alla fine udirai,
Che tradimento ignun non feci mai.
143 Morgante alle parole è stato attento
Un’ora o più, che mai non mosse il volto;
Rispose e disse: In fuor che tradimento,
Per quel ch’io ho, Margutte mio, raccolto,
Non vidi uom mai più tristo a compimento;
E di’ che ’l sacco non hai tutto sciolto:
Non crederei con ogni sua misura
Ti rifacessi a punto più Natura,