19 Già eran tutti i paladini insieme
Ristretti con Orlando, a consigliare
Della battaglia che ciascun qui teme,
Come e’ si debba le gente ordinare:
Orlando per dolor sospira e geme,
E non poteva a gnun modo parlare,
D’aver condotto sì miseramente
In Roncisvalle a morir la sua gente.
20 Ed Ulivier dicea: Caro cognato,
Meglio era, omè, tu m’avessi creduto:
Già è più tempo ch’io t’ho predicato
Ch’io avevo Marsilio cognosciuto
Traditor prima che fussi creato;
E tu credevi e’ mandassi il tributo:
E Carlo aspetta le mummie a San Gianni:
Di Gan, non credo che nessun s’inganni,
21 Salvo che lui, poi che gli crede ancora,
Ed ha condotti a questa morte tutti;
Ma quel Marsilio, se nessun lo ignora,
Fra molti vizii tutti osceni e brutti,
Una invidia ha nell’ossa che ’l divora,
Che si cognosce finalmente a’ frutti;
Io l’ho sempre veduto in uno specchio
Un tristo, un doppio, un vil traditor vecchio.
22 Malgigi è quel che lo cognosce appunto,
E mille volte pur te l’ha già detto;
E che e’ dovessi il campo stare in punto,
Gridato ho tanto, ch’io n’avea sospetto:
Non m’hai creduto; ora è quel tempo giunto
Che tanti annunzii tristi hanno predetto:
Ora hai tanto bramato, or mi perdona,
Come nespola in capo la corona.
23 Orlando non rispose a quel che disse
Ulivier, perchè il ver non ha risposta;
E benchè la risposta pur venisse,
Le parole non vengono a sua posta.
Il campo intanto a ordine si misse,
E per fare alto ad Orlando s’accosta,
Che fece a tutti ordinar colezione,
Poi disse pur quest’ultima orazione: