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canto ventesimosesto 333

94 Non ti partir di qui, se a te non torno,
     Cioè ch’io ti ci trovi o vivo o morto;
     Fa’ che tu sia alla bocca del corno,
     La tramontana, o nave surta in porto;
     E perchè molti già prevaricorno,
     L’un più che l’altro capitano accorto
     Cognobbe del nimico qui il periglio,
     E come savio fe’ nuovo consiglio.

95 Parve a Marsilio, che stava a vedere,
     Che i Pagan combattessin co’ Pagani,
     Chè non potea di Rinaldo sapere,
     E bisognò che calassi giù a’ piani;
     Perchè e’ vedeva abbaruffar le schiere,
     E non v’è contrassegni di Cristiani;
     E disse: Gano è un malvagio gatto,
     E Bianciardin chi sa quel che s’ha fatto?.

96 E dubitò che non sonassi a doppio,
     Perchè pure era stato in Francia a Carlo,
     Che non avessi arrecato qualche oppio,
     E volessi con esso addormentarlo;
     E già sentir gli pareva lo scoppio,
     Tanto forte comincia a immaginarlo,
     Che tradimento nel campo non fosse:
     Per la qual cosa a gran furia si mosse.

97 Rinaldo, quando Marsilio ha veduto,
     Diceva a Ricciardetto: E’ cala il monte;
     Lo star qui, tutto sarebbe perduto:
     Tempo fia ora a ritrovare il Conte.
     E perchè egli era molto combattuto
     Da ogni parte, e di drieto e da fronte,
     E Ricciardetto in qua e in là si scaglia,
     Ed urta e rompe la calca, e sbaraglia;

98 Rinaldo aspetta che ’l cerchio sia fatto,
     E com’e’ vede tondo il rigoletto,
     Baiardo fece girare in un tratto,
     E volle un colpo fare a suo diletto,
     E trasse in modo un rovescio di piatto,
     Che il capo spicca dal busto di netto
     A venti o più, se chi scrive non erra,
     E caddon tutti i mozziconi in terra.