7 E disse: Io tornerò nella battaglia,
Poi che tu m’hai per traditore scorto;
Io non son traditor, se Dio mi vaglia,
Non mi vedrai più oggi se non morto.
E inverso l’oste de’ Pagan si scaglia,
Dicendo sempre: Tu m’hai fatto torto.
Orlando si pentea d’aver ciò detto,
Chè disperato vide il giovinetto.
8 Per la battaglia correa Baldovino,
E riscontrò quel crudel Mazzarigi,
E disse: Tu se’ qui, can Saracino,
Per distrugger la gente di Parigi?
O marran rinnegato paterino,
Tu sarai presto giù ne’ bassi Stigi.
E trasse con la spada in modo a questo
Che lo mandò dove egli disse presto.
9 Fece Marsilio, come dotto e saggio,
Uno squadron ristretto di Pagani,
Uomini tutti ch’avevon coraggio,
E cominciorno a strignere i Cristiani;
Sicchè del campo piglioron vantaggio:
Quivi eran tutti quanti i capitani,
E sopra tutti un infernal demonio,
Ch’io dissi prima, appellato Grandonio.
10 E per ventura trovò Sansonetto
Che combatteva al conte Orlando appresso,
E cavògli la muffa dall’elmetto
Chè il capo gli ha come una zucca fesso:
E come cadde in terra il giovinetto,
Gualtieri da Mulion quivi s’è messo.
Per vendicar, se potea, la sua morte;
Ma non potea, chè non è tanto forte.
11 Ulivier s’accostò con Altachiara,
E trasse al Saracin di molte botte,
Che col bastone ogni cosa ripara;
Ed aveva a Gualtier le spalle rotte,
Tanto che cadde per la pena amara
E innanzi vespro gli parve di notte:
Sì che Grandonio col baston fa fiacco,
Che par quel d’Ercul quando uccise Cacco.