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348 il morgante maggiore.

12 Orlando in altra parte combatteva,
     E Sansonetto non avea veduto;
     Ed Ulivieri alla fine ne leva,
     Tal che bisogna a questa volta aiuto,
     Perchè la scrima1 niente valeva:
     Intanto quivi Marsilio è venuto,
     E mentre innanzi il suo cavallo sprona,
     Si riscontrò col signor di Baiona.

13 Angiolin non aveva in man la lancia,
     Sì che Marsilio allo scudo gli porse
     Un colpo tal, che gli passa la pancia.
     Orlando, poi che in più luoghi soccorse
     Di qua di là la sua gente di Francia,
     Di Sansonetto alla fine s’accorse;
     E domandò Terigi ove sia quello,
     Non sa che morto è questo meschinello.

14 Disse Terigi: E’ combatteva dianzi,
     Dove tu vedi quella gente stretta.
     Orlando sprona Vegliantino innanzi;
     E dove e’ vede il Marchese, si getta,
     Ch’era già al resto agli ultimi e gli avanzi;
     Però che v’era corso con gran fretta
     Marsilio, l’Arcaliffa e Zambugeri,
     E tutti son d’intorno a Ulivieri.

15 Quando Orlando Ulivier vide soletto,
     Maravigliossi ch'e’ si difendea,
     E Vegliantin gli metteva sospetto,
     Perchè più oltre passar non volea,
     Per non porre i pie’ addosso a Sansonetto:
     Ma quando Orlando lo ricognoscea,
     Gridò: Fortuna, tu m’hai fatto torto.
     Disse Ulivier: Questo ghiotton l’ha morto.

16 Quando Grandonio questo gergo intese,
     E’ si fuggì, che non fuggì mai vento:
     Marsilio e gli altri lasciorno il marchese,
     Perchè tutti d’Orlando hanno spavento.
     Orlando, poi che del cavallo scese,
     Di Sansonetto fece gran lamento;
     Poi lo cavò tra quella gente morta,
     Sicchè Terigi al padiglion nel porta.