82 Non v’ha trovato il buon duca Egibardo,
E Guottibuoffi è morto in su la terra,
Avolio, Avino, e Gualtieri, e Riccardo:
Però tanto dolor lo strigne e serra,
Che si fe’ più che l’usato gagliardo,
E disse: Omai questa è l’ultima guerra;
Fammi, Signor, tu allo estremo forte,
Ch’io ti sarò fedele insino a morte.
83 Restava Anselmo e Ricciardetto allora,
Turpin, Rinaldo, e de’ Pagan pur molta
Gente, la qual si difendeva ancora,
Benchè per tutto e’ sonava a raccolta:
Orlando trasse Durlindana fora:
Non so se questa fia l’ultima volta:
Credo che sì, per non tener qui a bada,
Che trarrà fuor questa onorata spada.
84 Gran pianto fecion que’ pochi Cristiani
D’Ulivier, che restati erano al campo,
E cominciorno a straziare i Pagani,
E far gran cose all’ultimo lor vampo;
Tal che fuggien que’ miseri profani,
Sanza trovar misericordia o scampo:
E non è tempo da dire al cul vienne:9
Ma la battaglia è già presso all’amenne.
85 E’ si vedea cader tante cervella,
Che le cornacchie faran tafferugia;
Chi avea men forate le budella,
Pareva il corpo come una grattugia,
O da far le bruciate la padella,
Tanto che falsa sarà la minugia:
E perchè Orlando per grand’ira scoppia,
Sempre la furia e la forza raddoppia.
86 E’ si cacciava innanzi quelle torme,
Ch’un superbo lion parea foresto,
Che fa tremar con la voce e con l’orme,
E dice: In ogni modo fia pel resto
A questa volta! e fa svegliar chi dorme,
Anzi forse dormir chi era desto;
Chè viver non volea più con dispetto,
Poi che Ulivieri è morto e Sansonetto.