Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/365

Da Wikisource.
362 il morgante maggiore.

82 Non v’ha trovato il buon duca Egibardo,
     E Guottibuoffi è morto in su la terra,
     Avolio, Avino, e Gualtieri, e Riccardo:
     Però tanto dolor lo strigne e serra,
     Che si fe’ più che l’usato gagliardo,
     E disse: Omai questa è l’ultima guerra;
     Fammi, Signor, tu allo estremo forte,
     Ch’io ti sarò fedele insino a morte.

83 Restava Anselmo e Ricciardetto allora,
     Turpin, Rinaldo, e de’ Pagan pur molta
     Gente, la qual si difendeva ancora,
     Benchè per tutto e’ sonava a raccolta:
     Orlando trasse Durlindana fora:
     Non so se questa fia l’ultima volta:
     Credo che sì, per non tener qui a bada,
     Che trarrà fuor questa onorata spada.

84 Gran pianto fecion que’ pochi Cristiani
     D’Ulivier, che restati erano al campo,
     E cominciorno a straziare i Pagani,
     E far gran cose all’ultimo lor vampo;
     Tal che fuggien que’ miseri profani,
     Sanza trovar misericordia o scampo:
     E non è tempo da dire al cul vienne:9
     Ma la battaglia è già presso all’amenne.

85 E’ si vedea cader tante cervella,
     Che le cornacchie faran tafferugia;
     Chi avea men forate le budella,
     Pareva il corpo come una grattugia,
     O da far le bruciate la padella,
     Tanto che falsa sarà la minugia:
     E perchè Orlando per grand’ira scoppia,
     Sempre la furia e la forza raddoppia.

86 E’ si cacciava innanzi quelle torme,
     Ch’un superbo lion parea foresto,
     Che fa tremar con la voce e con l’orme,
     E dice: In ogni modo fia pel resto
     A questa volta! e fa svegliar chi dorme,
     Anzi forse dormir chi era desto;
     Chè viver non volea più con dispetto,
     Poi che Ulivieri è morto e Sansonetto.