Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/383

Da Wikisource.
380 il morgante maggiore.

172 O Crocifisso, il qual, già sendo in croce,
     Oscurasti quel Sol contra natura;
     Io ti priego, Signor, con umil voce,
     Insin ch’io giunga in quella valle oscura,
     Che tu raffreni il suo corso veloce,
     Acciò che al popol tuo dia sepultura,
     E che non vadi sì tosto all’occaso:
     Non mi lasciare in così estremo caso.

173 Non pe’ meriti miei, che non son tali,
     Che come Josuè meriti questo;
     Ma perchè al volo mio son corte l’ali,
     Acciò che in Roncisvalle io vadi presto:
     Vinchino i preghi giusti de’ mortali,
     Sì che più il tuo poter sia manifesto,
     L’ordine dato dell’eterne rote,
     Tanto ch’io truovi il mio caro nipote.

174 Fermossi il sol, ch’era turbato prima
     Per la pietà del suo popol cristiano,
     Per tutto l’universo in ogni clima:
     E dice alcun, ma par supervàcano,
     Benchè e’ sia autor da farne stima,
     Che le montagne diventorno piano;
     Chè Carlo aggiunse al suo prego ancor questo:
     Ma io qui danno l’autore e ’l testo.

175 Io me n’andrò con un mio carro a vela,
     E giugnerò le lepre e’ leopardi,
     Chè in picciol tempo la fama si cela
     Degli scrittor, quando e’ son pur bugiardi;
     E rimangonsi al lume di candela
     La sera al fuoco annighittosi e tardi,
     E gente son prosuntuose quelle,
     Tanto che Marsia20 ne perdè la pelle.

176 Basta che Carlo dette le parole,
     Subito il prego suo fu esaudito,
     Sanza servar più l’ordine che suole
     Quel bel pianeta eterno stabilito:
     O clemenzia del Ciel, tu fermi il Sole
     A Carlo tuo! o amore infinito!
     O chiaro esemplo, che quel dì ci mostra
     Quanto Dio ama la umanità nostra!