Pagina:Pulci - Morgante maggiore II.pdf/5

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2 il morgante maggiore.

4 Io farò centomila in un momento
     Cavalier della tavola ritonda:
     E se più ne volessi anche altri cento,
     Gente e tesoro il mio reame abbonda:
     Non dubitar, tu sarai ben contento,
     E vo’ che quel ribaldo si sconfonda;
     E mandò bandi, e messaggieri, e scorte,
     Ch’ognun venissi presto armato a corte.

5 In pochi giorni furono a cavallo,
     Ed ordinati stendardi e bandiere;
     Il suo bel gonfalone è nero e giallo;
     Mai non si vide meglio in punto schiere;
     E scrisse al gran Soldan, che sanza fallo
     Fra pochi giorni il verrebbe a vedere;
     Che l’aspettassi, e i prigion soprattenga,
     Tanto che lui, che già s’è mosso, venga.

6 Orlando aveva le squadre ordinate
     Colle sue mani, e pieno è d’allegrezza,
     E riguardava quelle gente armate,
     Che gli parevan di somma prodezza;
     Quella fanciulla con parole ornate
     Mostrava di ciò aver molta dolcezza,
     Ch’Orlando ristorato sia da quella;
     E vuol con esso andar la damigella.

7 Il re Gostanzo anco v’andò in persona,
     E vanno giorno e notte cavalcando,
     Tanto che son condotti a Babillona:
     Quivi di fuor si vennono accampando,
     E fingendo amicizia intera e buona,
     Il re Gostanzo insieme con Orlando
     Vanno al Soldan con molti caporali,
     Uomini degni, e tutti i principali.

8 Quando il Soldan costor vede venire,
     E vede tanta gente alla pianura,
     Sente stormenti, sentiva anitrire,
     Comincia a sospettar con gran paura,
     E come savio nel suo core a dire:
     Questa è troppo gran gente alle mie mura.
     Pur si mostrava allegro, ch’era saggio,
     E manda a Salincorno un suo messaggio;