4 Io farò centomila in un momento
Cavalier della tavola ritonda:
E se più ne volessi anche altri cento,
Gente e tesoro il mio reame abbonda:
Non dubitar, tu sarai ben contento,
E vo’ che quel ribaldo si sconfonda;
E mandò bandi, e messaggieri, e scorte,
Ch’ognun venissi presto armato a corte.
5 In pochi giorni furono a cavallo,
Ed ordinati stendardi e bandiere;
Il suo bel gonfalone è nero e giallo;
Mai non si vide meglio in punto schiere;
E scrisse al gran Soldan, che sanza fallo
Fra pochi giorni il verrebbe a vedere;
Che l’aspettassi, e i prigion soprattenga,
Tanto che lui, che già s’è mosso, venga.
6 Orlando aveva le squadre ordinate
Colle sue mani, e pieno è d’allegrezza,
E riguardava quelle gente armate,
Che gli parevan di somma prodezza;
Quella fanciulla con parole ornate
Mostrava di ciò aver molta dolcezza,
Ch’Orlando ristorato sia da quella;
E vuol con esso andar la damigella.
7 Il re Gostanzo anco v’andò in persona,
E vanno giorno e notte cavalcando,
Tanto che son condotti a Babillona:
Quivi di fuor si vennono accampando,
E fingendo amicizia intera e buona,
Il re Gostanzo insieme con Orlando
Vanno al Soldan con molti caporali,
Uomini degni, e tutti i principali.
8 Quando il Soldan costor vede venire,
E vede tanta gente alla pianura,
Sente stormenti, sentiva anitrire,
Comincia a sospettar con gran paura,
E come savio nel suo core a dire:
Questa è troppo gran gente alle mie mura.
Pur si mostrava allegro, ch’era saggio,
E manda a Salincorno un suo messaggio;