17 E fur pur già nella mia giovinezza
E lume e refligerio a molti amanti:
Arien giurato e detto per certezza
Che fussin più che ’l Sol belli e micanti;4
E molte volte per lor gentilezza
Venien la notte con suoni e con canti,
E sopra tutto commendavan questi,
Che furon graziosi e ’nsieme onesti.
18 Ed or son fatti, come vedi, scuri:
Così potessi alcun di lor vedegli,
Che non sarien sì dispietati e duri,
Ch’ancor pietà non avessin di quegli:
Anzi l’arebbon negli anni futuri,
Ricorderiensi già che furon begli;
Ma per me più non è persona al mondo,
Cercando l’universo tutto tondo.
19 Il padre mio di duol si sarà morto,
Poi ch’alcun tempo arà aspettato invano;
E la mia madre sanza alcun conforto
Non sa ch’io stenti in questo luogo strano,
Nè del gigante che mi facci torto,
E battami ogni dì con la sua mano,
E faccimi a’ lion guardar nel bosco,
Tanto ch’io stessa non mi riconosco.
20 O padre, o madre, o fratelli, o sorelle,
O dolce amiche, o compagne, o parente;
O membre afflitte, lasse e meschinelle,
O vita trista, misera e dolente;
O mondo pazzo, o crude e fere stelle,
O destino aspro e ’ngiusto veramente;
O morte, refrigerio all’aspra vita,
Perchè non vieni a me, chi t’ha impedita?
21 È questa la mia patria dov’io nacqui?
È questo il mio palagio e ’l mio castello?
È questo il nido ove alcun tempo giacqui?
È questo il padre e ’l mio dolce fratello?
È questo il popol dov’io tanto piacqui?
È questo il regno giusto, antico e bello?
È questo il porto della mia salute?
È questo il premio d’ogni mia virtute?