42 Ma Beltramo era sì fiero e sì alto,
Che quando in giù rovinava il bastone,
Lo disfaceva, e piegava allo smalto;
Se non che pur come un gattomammone
Margutte spicca molte volte un salto,
Per ischifar questa maladizione;
Ma finalmente disteso trovossi,
Com’un tappeto, che più atar non puossi:
43 Ch’una percossa toccò sì villana,
Che parve una civetta stramazzata;
Alzò le gambe, e in terra si dispiana;
Quivi toccò più d’una batacchiata,
Chè ’l baston suona come una campana,
E tutta la schiavina ha scardassata:6
Poi che sonata fu ben nona e sesta,
Beltram chinossi a spiccargli la testa.
44 Veggendosi Margutte mal parato,
Posò le mani in terra in un momento,
Per trar due calci com’egli era usato;
E giunsel con gli spron disotto al mento,
E conficcò la lingua nel palato
Al fer gigante, ond’egli ebbe spavento,
E tutto pien d’ammirazion si rizza:
Allor Margutte in piè subito sguizza.
45 Vede Beltram che si cerca la bocca,
E ’l sangue che di fuor già zampillava:
Il capo presto tra gambe gli accocca,
Per modo che da terra il sollevava,
E poi in un tratto rovescio il trabocca,
E questo torrion giù rovinava;
E nel cader, ciò che truova fracassa
Come se fussi caduta una massa.
46 Questo galletto gli saltava addosso,
Che par che sia sopra una bica un pollo;
Dunque gli spron Margutte hanno riscosso;
Il capo a questo levava dal collo,
Chè la sua scimitarra taglia l’osso;
E non potè Beltram più dare un crollo,
Chè quando in terra lo pose Margutte,
Si fracassorno le sue membra tutte.