72 Dicendo: Io non ci veggo cosa alcuna
Da ber, nè da mangiar, nè da dormire;
Acciò che non facessi la fortuna
Qualch’aspra fiera ci avessi assalire.
Caminorono al lume della luna
Tutta la notte con assai martìre,
E ’nsin che fu fornito l’altro giorno;
Che da mangiar nè da ber mai trovorno.
73 Ed erono affamati ed assetati,
E rotti e stracchi per lungo cammino;
Margutte un tratto gli occhi ha strabuzzati,11
Ch’era per certo il diavol tentennino.
Dice Morgante: Margutte, che guati?
Io vedo che tu affisi l’occhiolino;
Aresti tu appostata la cena?
Disse Margutte: Che ne credi? appena.
74 Io veggo quivi appoggiato, Morgante,
A un albero un certo compagnone,
Che par che dorma, e non muove le piante:
Di questo non faresti tu un boccone,
Morgante guarda: egli era un liofante,
Che si dormiva a sua consolazione;
Ch’era già sera, ed appoggiato stava,12
Come si dice, e col grifo russava.
75 Disse Morgante: Dammi un poco in mano,
Margutte, presto la tua scimitarra.
Poi s’accostava all’albero pian piano;
Ma non arebbe sentite le carra,
Sì forte dorme, l’animale strano.
Morgante allor nelle braccia si sbarra,
E l’arbor sotto alla bestia taglioe,
Che sbalordita rovescio cascoe.
76 E cominciava a rugghiar tanto forte,
Che rimbombava per tutto il paese:
Dette alle gambe a Morgante due torte
Col grifo lungo; Morgante gliel prese,
E colla spada gli dette la morte,
Tanto che tutto in terra si distese.
Dicea Margutte: Questa è sì gran fiera,
Ch’io cenerò pure a macca stasera.