107 Non volle la fanciulla palesarsi;
Domanda della madre e de’ parenti,
E d’ogni cosa voleva accertarsi,
Di fratelli e sorelle, e di sue genti:
Quivi la notte stanno a riposarsi,
Poi si partirno dall’oste contenti:
Non parve tempo a rubare a Margutte,
Che non gli dessi Morgante le frutte.
108 E del camin l’ostier ne l’avvisava,
Se capitar volevono a Belfiore,
Che sempre lungo la riva s’andava
Del Nilo, e non potean pigliare errore.
Morgante mentre la rena pestava,
Un coccodrillo dell’acqua esce fore:
La bocca aperse e credette inghiottillo:
Disse Margutte: Che fia, coccodrillo?
109 Cotesto è troppo gran boccon da te.
Morgante in bocca il battaglio gli porse;
E ’l coccodrillo una stretta gli diè
E’ denti vi ficcò, sì forte il morse.
Allor Morgante ritirava a sè
Presto il battaglio, e ’n bocca gliele storse,
E spezza i denti l’uno e l’altro filo;
Poi prese questo e scagliollo nel Nilo.
110 Un miglio o più drento al fiume gittollo,
Come un certo autor, che ’l dice, ha scritto;
E se l’avessi preso me’ pel collo,
Credo gittato l’arebbe in Egitto;
E nel cader morì sanza dar crollo:
E ’l gran battaglio da’ denti è trafitto.
Disse Margutte: Io lo vedevo scorto,
Ch’egli scoppiava se non fussi morto.
111 Era già vespro, e son presso a quel bosco
Dove fu presa già questa fanciulla;
E disse con Morgante: Io riconosco
Il luogo ov’io fu’ sciocca più che in culla,
Sanza pensar che dopo al mèle è il tosco:
Così va chi se stesso pur trastulla,
Ed è ragion s’al fin mal gliene incoglie,
Chi vuol cavarsi tutte le sue voglie.