2 Era tanto la mente mia legata
Dal bel cantar dinanzi, ch’io trascorsi
Alquanto fuor della via prima usata;
Or dello error commesso mi rimorsi,
Torno a laudar te, Vergine beata,
Colla cui grazia sol la penna porsi
A questa istoria, e tu m’aiuterai,
E ’nsino al fin non m’abbandonerai.
3 Gano scriveva un giorno a Malagigi,
Che prieghi Antea che debba liberarlo;
Chè sa che più tornar non può a Parigi,
Però che sbandeggiato era da Carlo;
E che Rinaldo è in guerra e ’n gran litigi,
E grande amor lo sforza ire aiutarlo:
E se dovessi lasciar ben la pelle,
Gli arrecherà di lui buone novelle.
4 Malgigi, poi che la lettera lesse,
La stracciò prima, e beffe ne facea,
Poi gl’increbbe che in carcer tanto stesse;
E finalmente un dì pregava Antea,
Che Ganellon liberar gli piacesse;
E per suo amore Antea gliel concedea:
E così Gan di prigion fu cavato,
E ’nverso Pagania presto n’è andato.
5 Va discorrendo per molti paesi,
E cerca pur d’Orlando investigare;
Orlando e tutti gli altri erano attesi
Di Spinellone il corpo a onorare,
E rimandato l’ha con ricchi arnesi
Nella sua patria, e fatto imbalsimare,
E da quattro destrier bianchi è portato
Alla sorella, ov’egli era aspettato.
6 Il re Costanzo ha fatto similmente,
Chè si ricorda de’ suoi beneficj,
Ed onorata tutta la sua gente,
E dato a chi volea di loro uficj:
In questo mezzo il traditor dolente,
Ch’era il padre di tutti i maleficj,
Per tutta Pagania ne va cercando;
Ma non poteva ancor trovare Orlando.