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— Siete un vero angelo!...

Io mi schermii e replicai:

— Risponderà l’avvenire!... Pare, però che saremo bruttini!...

Don Felice Spola ebbe a pagare assai cara tale sua passeggera gloria. Restaurato Pio IX egli venne acciuffato dalla Santa Inquisizione; e più nulla si seppe di lui.

XII.

IL TRENTA APRILE.


Ed eccoci al 30 aprile 1849.

All’alba di questo giorno mio fratello Paolo, il quale era d’accordo con un partito papalino liberale, spaventato dagli eccessi dei repubblicani, calorosamente mi consigliava di non andare a battermi. Perchè, egli mi diceva, nessun dei benpensanti voleva saperne della repubblica di Mazzini. E perchè la truppa non si sarebbe battuta; chè non la intendeva affatto di difendere questi che si dicevan fratelli ed erano assassini.

Meglio i Francesi, meglio gli Austriaci, meglio il diavolo che questi cari fratelli briganti. Aggiungeva, mio fratello Paolo, che tutto era combinato per aprir le porte ai Francesi; che gli avrebber fatti entrare per una porta sotto i giardini del Vaticano. Chè, infine, nè i carabinieri si sarebber battuti, nè il terzo reggimento di linea e nemmen la Civica nè le Legioni Romane.

— Ma io vo! Risposi.

Preso il fucile mi affrettai a San Pietro.

Qui sulla piazza trovai Nicola Fabrizi che conduceva i carabinieri. Io mi detti premura di comunicargli il macchinato tradimento. Difatti, quando egli comandò di attraversar il co-