Pagina:Quel che vidi e quel che intesi.djvu/296

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desiderava, che Roma fosse liberata, e lo fosse da Rattazzi e dagli uomini di azione e con mezzi rivoluzionari. Se, però, essa si fosse apertamente opposta od al fine da raggiungere od ai mezzi indispensabili ad ottenerlo, ciò che equivaleva a non volere il fine, avrebbe perduto ogni credito nel paese. Per conseguenza essa era, palesemente, per far libera Roma; accettava come mezzi la insurrezione dei Romani e la stessa spedizione garibaldina per eccitarla prima, per rinforzarla poi e dar ragione all’accorrere dell’Esercito Regio, malgrado i vincoli della Convenzione di Settembre. Copertamente, però, la Consorteria ostacolava a più non posso ogni efficace moto in Roma e riusciva ad empir di canaglia le file garibaldine.


Sul finire della primavera del ’67 il «Centro di Insurrezione» era senza dubbio la massima forza politica e di azione che fosse in Roma. Questo col «Comitato di Azione» dei Mazziniani sarebbe bastato a condurre la città ad insorgere, se il Governo di Firenze li avesse secondati ed un poco aiutati, se Garibaldi si fosse affidato solo ad essi. Ma, con ciò, i moderati di Firenze ed i loro amici di dentro Roma, sarebber rimasti tagliati fuori dal movimento e scemata sarebbe la loro influenza politica in tutto il Regno e nullo ogni loro prestigio nella futura sua Capitale.

Si corse ai ripari. Il «Comitato Nazionale Romano», che non aveva mai fatto nulla, che i Romani aveano abbandonato in massa, non esisteva ormai più che di nome; i pochi uomini che lo rappresentavano continuavano a incassare il sussidio del Governo di Firenze e questa, forse, era la ragione che lo faceva sopravvivere e la sola forza che avea per la gente che, con lo stesso, poteva assoldare e mantenersi fedele. Ma, quando i Consorti ed i lor partigiani di Roma, si videro perduti, si agitarono e parvero aver risuscitato il Comitato Nazionale Romano, che nella realtà più non esisteva che di nome ed altro non era più se non un nucleo di generali senza soldati, con solo seguito di gente legata ad essi per coinunanza di interessi o prezzolata.