Pagina:Quel che vidi e quel che intesi.djvu/49

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— Vedo bene che lei è troppo grande per star in collegio. Io parlerò alla sua signora madre perchè lo ritiri.

Fu nel collegio Bandinelli che cominciò per me l’insegnamento artistico, avendo principiato a disegnare sotto la direzione del prof. Durantini, un brav’uomo dalle idee, in arte, un po’ ristrette secondo il gusto dei classici del Primo Impero.

Monsignor Cardona fu di parola: parlò a mia madre. Dopo di che io venni ripreso in casa e fu nel 1845.

V.

IN LIBERTÀ.


Finalmente in libertà, miei amici e miei compagni di collegio mi dicevano che un figlio di buona famiglia e della mia età doveva far all’amore con qualche ragazza; ciò che mi avrebbe fatto più considerare. AI che io obiettavo:

— Ma io non sento amore; e, poi, nemmeno so come si fa.

— Eh! Diavolo!... — riprendeva qualche amico. — Si fa così: si passeggia sotto le finestre di una ragazza che piaccia, lanciando sguardi. Se quella corrisponde un poco, allora le si scrive una lettera nella quale si dice che non si può viver senza di lei e tante altre belle cose.

Io, allora, mi misi subito all’opera punto disgustosa, quantunque le risate sarcastiche della signora Apolloni mi avesser levato il gusto delle cose di amore. Però, ripensando a quelle risate, fui inclinato a trovar naturale che vedere un giovine in marsina, cappello a cilindro e cravatta bianca arrampicarsi per inferriate come un ladro aristocratico, avea dovuto natural-