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Pagina:Questioni urgenti (d'Azeglio).djvu/61

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il Papa e la sua Gerarchia godano della maggior sicurezza, e della più intera libertà, quando si sia allontanata la sua guardia francese. Sarà questa la migliore delle risposte ad infinite calunnie.

Gl’Italiani non hanno dato tali prove di mancanza di senno da far credere possibile ch’essi chiudano gli occhi a ciò che in questa questione conviene, sia ai loro interessi, come al loro decoro.

Chi temesse intemperanza per parte del popolo di Roma avrebbe torto. I Romani hanno dato prove di tatto e d’intelligenza somma; essi comprendono la fatalità che pesa ancora in parte su loro, e non può dall’oggi al domani venir distrutta: essi faranno ogni sacrificio piuttosto che recar danno alla causa comune. Me ne rendo garante.

Anche nelle Romagne si diceva, ricordiamocene, che si sarebbe fatto strage de’ preti, e poi non fu torto un capello ad un solo.

Vorrà poi il Papa rimanere in Roma senza la tutela francese? Se non lo volesse, non potremmo certo costringervelo.

Ma credo che prima di lasciar Roma avrà a riflettervi seriamente. Non potrebbe forse tornarvi quando volesse; ed una restaurazione con armi straniere non troverebbe d’ora innanzi le vie così aperte come le trovò pel passato.

D’altronde il Papa lo sa meglio d’ognuno ch’egli non ha che temere dagli Italiani, purchè voglia esser buon Papa. Lo sa ch’Egli sarebbe amato come un padre e venerato come una divinità tutelare.

Non dia la Francia ascolto a chi gli dice: Voi lascereste il Papato in balía della rivoluzione: spaventi artefatti, il cui scopo non sfugge a nessuno. S’è veduto nelle elezioni se l’Italia sia la rivoluzione. Sarà questa forse nell’esercito,