Pagina:Raccolta di narrazioni e lettere italiane con note latine.djvu/3

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AL BENIGNO LETTORE


Ecco un’operetta a cui la modestia dello scopo che si propone non torrà, crediamo, il merito di essere unica, che per noi si sappia, nel suo genere; dubitiamo anzi che a taluno non paia strano un libro italiano con note latine. Ma non così la penserannno i nostri giovani in cui servigio specialmente fu stesa; i quali sanno per prova, come bene spesso una latina frase, un modo di dire qualunque, sia loro di aiuto e d’incitamento a fare una versione che della maestosa lingua del Lazio ritragga la eleganza ed il colorito. Che se, come ne giova sperare, la esperienza confermerà questo nostro giudizio, a questa pubblicazione, di Narrazioni e Lettere, ne faremo tener dietro un’altra di Descrizioni, Sentenze e Concioni; persuasi d’incontrare pure l’approvazione degli Insegnanti che avran fatto plauso al savio divisamento di richiamare nelle nostre scuole l’uso delle versioni dal volgare in latino, la cui importanza e necessità non mai tanto si conobbe come quando se no volle fare a meno. Tra gli autori, di che si doveva compilare questa Raccolta, quelli si preferivono che pel loro stile meglio si arrendono ad essere voltati in latino; ond’è che la più parte delle Narrazioni sono tolte al Machiavelli ed al Bembo, il primo de’quali ha un fare tutto latino; il secondo poi non poco ritrae del periodo Ciceroniano, di che credette abbellire le sua Storie. Ma altre bellezze ed altre difficoltà incontreranno i traduttori del Guicciardini e nel Botta, nella cui vastità di concetto ed eleganza di forma troveranno un compenso a quella fiacchezza che avranno meno approvato nello Storico Veneziano. Nel disporre poi le Narrazioni seguimmo l’ordine cronologico