Pagina:Raimondo Montecuccoli, la sua famiglia e i suoi tempi.djvu/106

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tanto, che non avrebbe voluto svelati così tosto i suoi progetti agli svedesi, ruppe bruscamente l’armistizio. Accennò allora a voler invadere la Sassonia; e quando a difenderla accorse Arnheim, voltatosi con trentamila uomini verso la Slesia, circondò e fece prigionieri seimila tra svedesi, sassoni e brandeburghesi, e sforzò poi Berlino a pagargli un tributo. Neppure va qui taciuta l’infelice idea che alcun tempo egli coltivò di comporre un terzo partito in Germania, che non tenesse né per l’imperatore né per la Svezia; che sarebbe stato un perpetuare la guerra civile in quel paese, e un favorire i disegni della Francia. Il Förster però, difensore caldissimo del Wallenstein, pur consentendo che negli ultimi suoi giorni, sapendo in pericolo la liberà e forse la vita sua, trattasse quel generale senza mistero coi nemici dell’imperatore, nega che criminose fossero le pratiche delle quali or dicevamo, e le precedenti. Se non che pubblica egli medesimo una lettera dell’Arnheim generale dei sassoni, nella quale, narrando un colloquio da lui avuto con Wallenstein, che gli proponeva di unirsi a lui per cacciare dalla Germania gli stranieri, afferma avergli risposto: “che pure in addietro erasi esso medesimo dichiarato pronto a fare alleanza colla Svezia”. E che allora soggiunse Wallenstein: volere ciò differire sin che fosse possibile, mancando la condizion principale del successo, l’esservi cioè chi a lui prestasse fede . La stessa cosa si trova in una lettera del Feuquières, ministro francese a Dresda, riferita dal Förster; tutto scusando poi questo storico col dire queste essere state astuzie per trarre in inganno i nemici, che lagnaronsi infatti ch’ei li tradisse.

Comunque, preoccupazioni gravissime destò a Vienna la condotta di Wallenstein; e fu spedito al suo campo il general Slick per spiare ciò che là accadesse, e per incitare il generale a nuove imprese. Ma dagli amici di Vienna informato esso della venuto dello Slick, alcune truppe mandò fuori a piccole fazioni di guerra, secondo l’Antelmi racconta, ond’è che reduce a Vienna il messo imperiale, riferisse tutto procedere a dovere.