Pagina:Rapisardi e Carducci - Polemica, Catania, Giannotta, 1881.pdf/75

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lentissimo giovane messinese: o che fanno essi gli altri, in nome di dio? Se dice per.... celia, allora, quanto il Rapisardi sappia fare il Giobbe dovrebbe saperlo abbastanza lui, il Carducci, pel primo!

Ah, Dio mio, eleviamoci un po’ da questo ambiente basso e vergognoso, in cui, non si sa come, ci s’è voluti trascinare a ogni costo. L’abbiam detto tempo addietro a proposito della dimostrazione, e lo ripetiamo anche ora: checche ne sia, fa pena il vedere ingegni robusti, le più alte personalità poetiche che vanti oggi l’Italia, guardarsi in cagnesco senza una ragione al mondo, e dar luogo ad inconvenienti punto dignitosi per la nazione. Ma il Prof. Carducci ha dei torti imperdonabili in questa facenda. Egli avrebbe dovuto tener conto del rispetto col quale generalmente ebbe a trattarlo in questa congiuntura la gioventù siciliana; la quale, nella dimostrazione d’affetto fatta spontaneamente al suo illustre Professore, rispettava accortamente i nomi, ciò si dee soltanto all’alta stima in cui essa sapèa tenere l’illustre autore del Sàtana.