Pagina:Relazione d'una miracolosa guarigione seguita in Sicilia li 7 Gennajo 1762 per intercessione dell'apostolo delle Indie s. Francesco Saverio.djvu/2

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lui fratello D. Pietro Zisa, sapendo quanto egli era divoto di S. Francesco Saverio, se gli accostò all’orecchio, gli suggerì di raccomandarsi a quello Santo suo Protettore, e gliene pose fra le mani una Reliquia. Udì l’infermo la voce, gli piacque il consiglio, ed internamente invocò l’ajuto di S. Francesco Saverio, il quale fu così pronto ad esaudirlo, che in quell’istante medesimo il moribondo aprì gli occhi, che prima stavano chiusi, mosse le dianzi stupide mani, baciò, e si pose sul capo per riverenza la sacra Reliquia, e speditamente parlando ringraziò con affettuose parole il suo Santo Benefattore. Sarebbe anche uscito immantinente di letto, se non gli fosse restato l’incomodo de’ vessicanti. Quì pare, che nulla manchi ad un compito miracolo; e pure non è, che un preludio di quello, che son per dire.

Proseguì dunque Michele a tenersi in letto per la sola cura delle piaghe lasciategli da’ vessicanti. Ma frattanto discorrendo a suo modo sopra la sua instantanea guarigione, mentre tutti gli altri l’attribuivano a manifesto miracolo di S. Francesco Saverio, pareva, ch’egli solo non sapesse crederlo, e voleva piuttosto attribuirla ad una crisi della natura, o pure a’ rimedj adoperati dall’arte. Il Santo, se è lecito così dire, si ebbe a male la sconoscenza del suo divoto, nè tardò a farne un amoroso risentimento nella seguente maniera.

Passati 16. giorni dopo il primo prodigioso risanamento, il dì 3 di Gennajo dell’anno nuovo 1762., non restando a Michele che qualche piccolo avanzo delle Piaghe cagionategli da’ vessicanti, gli sopravvenne all’improviso un altro colpo d’Epilessia con tutti i sintomi de’ già passati, e senza aspettare il consueto periodo delle 48. ore, replicò il secondo nel dì seguente, e poi il terzo, ed il quarto in poche ore del quinto giorno del mese, tanto che il misero percosso da una batteria sì continuata, e sì forte di accidenti mortali, restò del tutto assiderato e come morto. Il Fratello allora, non vedendo filo di speranza negli umani rimedj, tornò a ricordargli S. Francesco Saverio, e di nuovo glie ne pose fra le mani
la Reliquia. Ma egli, benchè tutto sentisse, sia che per trovarsi ben disposto alla morte più non si curasse di vivere, sia che non isperasse che il Santo volesse fare un miracolo in grazia sua, certo non fece caso delle sue parole, e solamente pregò il Santo suo Protettore, che gli ottenesse la grazia di poter ricevere anche una volta il suo Signore Sacramentato. La grazia fu prontamente fatta, tanto che il giorno appresso 6. di Gennajo egli fu in istato di ricevere nuovamente gli ultimi Sacramenti, siccome fece con gran sentimento di divozione. Ma il buon Santo voleva fare per lui qualche cosa di più, ancorchè egli facesse quasi il ritroso, e mostrasse di non curarsene. I Medici non facevano alcun capitale di quell’effimero miglioramento. Vedevano imminente un nuovo accidente, e non sapevano come ripararlo. Per quanto fosse leggero, sarebbe più che bastante a finire un uomo sì riffinito di forze, e per i passati colpi ridotto all’estrema debolezza. Dopo tutto questo scoprirono, che le piaghe de’ vessicanti, che poco prima parevano quasi interamente saldate, erano parte livide, parte nere, tutte senza senso, segno manifesto di già formata cancrena. Furono pertanto di sentimento, che gli assistessero di giorno e di notte continuamente i Sacerdoti, potendo ad ogni momento succedere, che mancasse di vita. Così fu fatto, e vennero eziandio Religiosi di varj Ordini, oltre il suo Confessore, a portargli l’ultima benedizione, e comunicargli certe loro particolari Indulgenze. Il pronostico de’ Medici pur troppo si avverò. La mattina seguente 7. Gennaro replicò il temuto colpo Epilettico, che mise in instanti l’ammalato nell’ultima agonìa. I Religiosi assistenti vedendo, che già il volto prendeva color di cadavere, che s’appannavano gli occhj, che ingrossava il respiro, che si gelavano sensibilmente le carni, che s’affacciava su la fronte il freddo sudor di morte, stimando ormai imminente il suo transito, cominciarono secondo l’usato rito a recitare le Litanie de’ Santi, e gli addolorati Congiunti si applicarono a pre-
 
 
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