Pagina:Relazione del Sindaco Ubaldino Peruzzi 1870.djvu/6

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all’Italia, andò altiera della nobile missione di festeggiare per l’Italia i Romani apportatori del Plebiscito, ed ascoltò con i sentimenti che animano tutti gli Italiani l'augusta parola del Re annunziatrice dell’imminente trasporto della sede del Governo nella Capitale acclamata, or sono quasi dieci anni, dal primo Parlamento Italiano.

Noi che abbiamo l’onore di curar gli interessi di questa popolazione, nel compiacerci grandemente dei sentimenti patriottici da lei manifestati, abbiamo il dovere di prendere a cuore questi interessi, d’indagare se e quanto possano patir danno, e come a questo possa venir riparato: dovere tanto più stringente quanto maggiore è la fiducia della quale gli interessati ci han date manifeste dimostrazioni.

Ricordevole e lieta al pari delle altre Città Italiane del voto solenne del 1864, che ho testè ricordato, Firenze accolse la sede del Governo trasferita per volontà della Nazione nella cerchia allora angusta delle vecchie sue mura del decimoterzo secolo, siccome un onorevole ufficio cui era chiamata affinchè l’Italia si avvicinasse al compimento dei suoi destini. La popolazione fiorentina accolse la Legge dell’undici Dicembre 1864 con quella serietà che si conviene a chi ha il sentimento di un dovere che è chiamato a compiere per il bene gene-