Pagina:Ricerche sul progetto di una strada di ferro da Milano a Venezia.djvu/34

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talia saranno lietissimi di volar quasi per incanto da Milano a Venezia. Ma siccome il loro intento è di vedere, e mirare e ammirare, e non già di correre in fretta e sparagnare uno scudo, così non possono esser contenti d’oltrepassar Brescia o Sirmione, o l’Arena di Verona, o gli edifizj di Palladio. Chi viaggia per diletto, o per amor degli studj preferirà questa linea, senza che ciò possa sviare chi per guadagno o per necessità galoppa dall’India all’Inghilterra, o dalla Grecia in Baviera.

29.

Per accorciare la strada e diminuire le spese e le difficoltà delle innumerevoli compere di terreni e locali, gioverà spingere la corsa rasente le città e le ville, ma se si può senza attraversarle. Altrimenti o sarebbe mestieri camminar tortuosamente allungando i tronchi e sperdendo le forze motrici contro le curve; o veramente fare ampio sperpero di edificj e giardini e altri fondi preziosi per affezione: e inoltre costrurre ponti e volte innumerevoli per lasciar gli aditi usati all’abitante, e allontanare ogni pericolo di vecchi o di fanciulli o di bestie vaganti lungo il veloce passaggio dei veicoli. Fuori delle città si avrà solo l’incontro di poche strade e delle rare case dei sobborghi che le fiancheggiano. Si eviterà anche il ritardo dei dazj comunali per le merci che debbono passar oltre.

30.

A Milano vorrebbesi porre in conto anche la differenza considerevole di livello fra la parte settentrionale e meridionale della città la quale è di parecchie braccia; e senza misurazioni chiunque lo può riconoscere dal deflusso delle acque e massime dalle cascate che fa il naviglio interno per giungere da Porta Nuova alla Darsena Ticinese. Dovendosi già ascendere dal mare a più di 200 braccia di altezza, pare opportuno risparmiare quanto si può di salita; il che involge forza, combustibile e prezzo. Infatti nel progetto di legge per la strada ferrata da Parigi a Versailles si stabilì un aumento nella tariffa delle corse in confronto di quella da Parigi a San Germano, appunto perché il massimo declivio della linea di Versailles giunge a cinque