Pagina:Ricerche sul progetto di una strada di ferro da Milano a Venezia.djvu/4

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parti. V’è adunque un punto di transazione nel quale i due interessi debbono equilibrarsi a produrre il massimo trasporto d’uomini e di merci. È poi del buon senso degli imprenditori il tenersi sempre al di sotto di questo punto, massime dapprincipio; perchè si tratta di determinare la moltitudine degli uomini a rompere le consuetudini già prese, per confidarsi a un corso di cose inusitato e ignoto.

Posto che l’interesse sì degli imprenditori che degli utenti si unisca nel massimo trasporto di persone e di merci nasce un’altra dimanda cioè: in che modo questo massimo trasporto si possa ottenere. Prescindiamo per un istante da ogni altra considerazione.

Il massimo trasporto di persone e di merci si otterrà più sicuramente e prontamente passando nei luoghi ove le persone le merci si trovano già raccolte in maggior copia, o possono più facilmente raccogliersi.

4.

Ora io domando, troveremo noi maggiore affluenza d’uomini e di roba nei luoghi dove fanno capo le strade, oppure nelle solitudini? Troveremo maggior affluenza nelle fiorenti città o nei poveri casali ignoti al commercio e all’industria? Ne troveremo più a Brescia e Verona, o nelle risaie del Tàrtaro e del Tione?

È vero che qui si tratta d’una strada che conduca velocemente da Milano a Venezia e non d’una strada che vada a battere alle porte di tutte quante le città. Ma è vero altresì che a circostanze eguali, dobbiamo sempre preferire quella linea che produce maggior numero di faccende; perchè lo scopo non è tanto di passar velocemente quanto di rendere lucrosa codesta velocità.

Le nostre città non sono solamente la fortuita sede d’un maggior numero d’uomini, di negozi, d’officine e di un più grosso deposito di derrate. Tali sarebbero a cagion d’esempio Birmingham, Trieste, Malta, Gibilterra; le quali non hanno intimo vincolo morale colle circostanti popolazioni; e si po-