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di londra. 91

laio immondo a riposare un momento sopra un orrendo canile quasi alla mercè dei malandrini, dei ladri, dei vagabondi della peggiore specie. Ci ritirammo col cuore straziato, lasciando alcune monete a quelle infelici ragazze che ci ringraziavano piangendo.

Queste catapecchie diroccate, dove i mendicanti vanno ad alloggiare in tal modo la notte, non sono sotto la sorveglianza della polizia, not under our supervision, mi diceva l’ispettore Price, ed il rispetto per la libertà individuale è tale in Inghilterra, che la polizia non vi penetra d’ordinario che con discrezione. In queste spaventose soffitte succedono molte cose degne di compassione e di pietà, e si racconta che in una di queste luride soffitte, dove i mendicanti e le ragazze abbandonate vanno a passare la notte, un povero diavolo morto di fame sopra un mucchio di cenci, dove s’era addormentato per terra, fu mezzo divorato dai sorci e dai cani. Il confronto è adunque in favore delle case che noi avevamo prima visitato. In queste infatti regna, come si vede, un certo ordine; la polizia, autorizzandole, se ne riserva l’ispezione, e le regole dell’igiene vi sono osservate, almeno fino ad un certo punto. La ventilazione vi è praticata, vi si accende del fuoco; nei dormitoi non può coricarsi che un certo numero di persone, i letti sono numerizzati, separati, ed i sessi distinti. Ma i solai, le soffitte riservate ai vagabondi, ai derelitti, ai disperati, destitute and desolate persons (così li indica la polizia inglese), come stringono il cuore a vederli, e come noi uscimmo col cuore straziato dalla soffitta dove Mary e le sue compagne passavano la notte!...

Erano le tre del mattino quando noi lasciammo questo luogo. Alla stazione di polizia dove ci condusse quindi il signor Price era la prigione dove si rinchiudono gli ubbriachi ed i lottatori raccolti sulla pubblica via. Ci furono aperte alcune di queste prigioni. Nell’una erano ammucchiati uomini che digerivano tranquillamente il loro vino, o che fasciavansi le recenti ferite.