Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/130

Da Wikisource.

- 130-

battono sempre la stessa strada, e sempre alle stesse ore. Il mattino escono dai boschi e vengono al mare, per bervi acqua salata, quindi o si stendono sulla sabbia, o pascolano lungo la costa. Vi stanno tutte le ore calde, e quando verso sera comincia la temperatura a rinfrescarsi, si alzano, e vanno pascolando lentamente sulla costa inoltrandosi nei cespugli, fintantochè siano giunti nel fitto dei boschi dove passano la notte, per scendere di bel nuovo al mattino al mare.

Alla vista di tutti quegli animali sulla spiaggia rimanemmo alquanto perplessi. Non ci pareva possibile passare di là, perchè avrebbero potuto tagliarci la via, che molti erano non solo sulla sabbia ma in riva al mare. Proseguendo a camminare sulle sabbie, ci sarebbe stata forza passare fra mezzo ad essi, imperocchè scendevano appunto al mare, ed era possibile che un qualche animale furente ci prendesse ad inseguire nella direzione del capo di Circe. Deliberammo, se non sarebbe più prudente cacciarci per entro ai boschi, e nel dubbio questo partito ci parve ancora il migliore.

Scendevano intanto sempre nuovi branchi di animali, locchè ci faceva argomentare ve ne fossero ancora nei boschi, e se ne scorgevano nei cespugli di mirto. Vedemmo tutto ad un tratto fermarsi e guardarci attoniti due tori magnifici dalle altissime corna risplendenti, ci avviammo prudentemente adagio verso il bosco, ed in un momento ci trovammo nel fitto della foresta. È difficile rinvenire boschi, i quali si attaglino meglio di quelli di Astura alle imprese di banditi. Non sono già formati questi da alti fusti di quercie, ma da fitte macchie di sugheri, di olivastri, di lentischi, di spine nere, di mirti. Sono queste talmente attorniate, ricoperte di piante rampicanti, di edere stupende, le quali formano volte quasi di una moschea boschereccia, impenetrabili del pari ai raggi del sole, che alla pioggia. Trovammo cespugli di mirti di un’altezza straordinaria, tutti in fiori; e tutto attorno a noi regnava un aspetto selvaggio, deserto, che produceva profonda