Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/178

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livida del cadavere. Ricorda questo una statua rotta, di porfido rosso, di un qualche tempio antico. La sua testa è voluminosa, marmorea, con pochi capelli bianchi; suoi tratti dinotano una volontà ferrea, ed una rassegnazione tranquilla. Poco mancò che si posasse nel 1846 su questo capo la tiara pontificia, oggetto delle sue lunghe speranze. Allorquando morì Gregorio XVI nessuno dubitò della elezione a sommo pontefice di questo rinomato uomo di stato, ministro di Gregorio, arcivescovo di Genova, gran priore di Malta, abate di Farfa, antico nunzio pontificio a Parigi. Parecchi cardinali erano sue creature; il suo partito a Roma era esteso e possente; radunatosi il conclave e procedutosi alla prima votazione raccolse la maggiore quantità di voti. Desso punto non dubitava della sua elezione, e tranquillo sull’esito di questa andava già pensando al nome che avrebbe assunto. Se non che l’elezione al papato è quale una lotteria; a questo cardinale toccò un biglietto bianco. Un sacerdote che aveva bussato un giorno alla sua porta in Genova, richiedendolo di sua protezione e di suo appoggio, il povero conte Mastai Ferretti ottenne la tiara pontificale, ed il vecchio Lambruschini, gli si dovette inginocchiare davanti, e baciare i piedi di Sua Santità. Ora sta quivi esposto Lambruschini, il genovese altiero, inflessibile, che non aveva mai ceduto a nessuno; che aveva regnato per Gregorio, uomo di una grande energia, di natura dispotica, di un rigorismo monacale, inaccessibile a tutte le passioni umane, preoccupato unicamente della signoria della chiesa, uno dei pochi superstiti del tempo antico, della vecchia scuola. Vide cinque Papi sulla cattedra di S. Pietro, il sesto gli tolse la tiara. A quali solenni avvenimenti non aveva desso assistito dall’epoca della rivoluzione di Francia, a quell’ultima di Roma del 1848! Quante persone, imperatori, re, principi, regnanti, e spodestati, non aveva desso conosciuti! Invecchiato nel culto della teocrazia, promotore indefesso dello assolutismo della Chiesa, gli era toccato assistere all’ultima rivoluzione che Pio IX stesso, aveva provocato colle