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uccisa in questo palazzo, ma in un altro castello di suo marito.

Non manca nella piccola galleria il ritratto di un astrologo, uomo di mezzana età, con lunga barba bianca, ed ampia zimarra di velluto, figura caratteristica, e quasi demone famigliare, che si ricerca in ogni castello antico. Quella foggia di abbigliamento corrisponde stupendamente alla serietà di quelle residenze solenni del medio evo, nelle quali l’abito nero moderno alla francese, ed i guanti gialli fanno figura, per dir vero, troppo meschina e ridicola. L’astrologo di Pagliano, di cui avevamo davanti agli occhi il ritratto, era, a quanto accennava l’iscrizione, Nicolaus Colinus de Paliano, astrologus insignis.

In altre stanze del castello stanno appese alle pareti le viste, e le piante di parecchie grandi città d’Europa, quali Madrid, Parigi, Venezia, Genova.

Le sale sono di mediocre ampiezza, e si possono dire molto modeste a paragone di quelle del palazzo Colonna in Roma.

Sorge in vicinanza al castello la chiesa gentilizia di S. Andrea, dove stanno le tombe della famiglia, edificio di buon gusto, di mediocre ampiezza, riccamente decorato all’interno. Stanno in essa le tombe dei Colonna del ramo di Pagliano. Filippo I fu quello che sul principio del secolo XVII radunò ivi le ceneri de’ suoi antenati, le quali erano dispersi in vari siti, e che fece erigere la cripta sotterranea, per sè e per i membri di sua famiglia. Allorquando scesi colà, provai stupore al trovarla priva di ogni ornamento; le pareti di quella sala, di forma circolare, abbastanza ampia, sono affatto nude, non vi si scorge nè un sarcofago, nè un monumento in marmo, e non vi si leggono tutto attorno che le iscrizioni di caratteri uniformi, ed appartenenti tutti al secolo XVII. Soltanto nel coro della chiesa superiore stanno alcune tombe, e vi si leggono i nomi di Marcantonio, di Felicia Orsini sua consorte, di Ascanio e di Giovanna d’Aragona loro figliuolo e nuora, di Fabrizio e di Agnese di Montefeltro suoi pronipoti. Non