Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/390

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il doppio carattere di convento, e di castello. Anche ivi, secondo la loro regola caritatevole, i padri offrono ristoro ai viandanti, ed anche alloggio per la notte. Io non profittai nè dall’una nè dall’altra cosa, pregai invece mi si concedesse facoltà di visitare la tenuta. L’ispettore di questa, robusto fratello laico in tonaca bianca, non solo mi diede il permesso, ma volle essere la mia guida. Assuefatto qual ero nella mia patria, a rappresentarmi l’amministratore di un latifondio uomo di modi assoluti ed anche duri, con grandi stivali e speroni, col frustino in mano, e colla bestemmia sulle labbra, l’economo dei monaci colle maniere di un santo, mi parve individuo affatto originale e strano. E difatti il primo sito dove mi portò fu la chiesa, la quale sorge a fianco del casamento principale della tenuta. Nell’entrare in questa, che era bella e tenuta con somma pulizia, la mia guida non tardò ad avvedersi che il suo compagno era un eretico, ed il pio economo si gettò in ginocchio, gettando un profondo sospiro, e credo abbia pregato di cuore per la mia conversione.

Il podere dei Certosini che ha nome Ticchiena, è uno dei latifondi più cospicui della campagna di Roma. Sono impiegati nella sua coltivazione circa mille persone, le quali pagano la loro pigione in natura, e con prestazione di opera. Sei fratelli laici, che hanno stanza nella tenuta, provvedono e sorvegliano all’andamento di ogni cosa. Si raccolgono in quella grano, vino, olio, frutta in grande quantità; il reddito è impiegato secondo le regole dell’ordine; uno dei più grandi doveri si è la beneficenza. Il nome della Certosa di Trisulti è benedetto in tutti i dintorni, e mi fu partecipato che anni sono, durante una grave carestia la quale desolò la campagna romana, il monastero provvidde in gran parte al sostentamento degli abitanti. I Certosini hanno governata la campagna per moltissimo tempo, fu lode che udii ripetuta più volte, ed in più siti. E con questa, voglio porre fine a queste pagine, pagando, come si conviene a chi ebbe ospitalità, il mio tributo di gratitudine.