Pagina:Ricordi storici e pittorici d'Italia.djvu/419

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loro stole, compaiono in mezzo all’edera ed ai fiori, e si direbbe che lamentano l’invasione pagana delle loro chiese dal regno di Flora. Non risuonano più quelle vôlte del canto delle litanie dei monaci, non vi si sentono più che il ronzare estivo degli scarabei, e le canzoni anacreontiche d’amore del grillo. Gli scarabei ed i fiori hanno preso possesso di quei tempii, e più non li abbandonano. Nella Francia meridionale fu sporta un giorno lagnanza a S. Bernardo, che una chiesa costrutta di recente, ed appena consacrata, fosse stata invasa da innumerevoli sciami di mosche; si che non vi fosse mezzo di liberarnela. S. Bernardo rispose: «ed io le scomunicherò,» e quando i messaggieri tornarono nella chiesa, trovarono che tutte le mosche erano morte. Sarebbe assai più difficile ad uno santo liberare le chiese di Ninfa dai fiori, e per quanto quei poveri, martiri si mostrino ingrugniti, non anderà molto che l’edera li avrà interamente sepolti. Di parecchi fra quelli non si scorge guari più che il lembo della tunica, sul quale sta scritto in antichi caratteri latini il nome del santo, e si può leggere ancora a traverso i fiori S. Sisto, S. Cesario, S. Lorenzo. Entrai nell’ultima di queste chiese; che vista! A vece dell’antico pavimento a mosaico ed arabeschi di stile bizantino, od alessandrino, non si scorge più che un tappeto tutto di fiori, e sull’altare, dove stavano una volta de reliquie dei santi, cresce la vigna indica, co’ suoi grappoli di un bel colore rosso ed azzurro.

Per dir vero non mancano i fiori al Cristianesimo! Non sarebbe oramai tempo di sostituirli a tutti quei martiri, a tutti quei santi cogli stromenti ingrati delle loro torture? Qui la natura sparge fiori a piene mani sulle tombe di tutti quei poveri peccatori, di tutti quei poveri monaci, i quali si tormentarono, si martoriano, nei tempi della più cupa superstizione; non converrebbe che oramai il cattolicismo pure, circondasse di fiori le tombe de’ suoi morti?

Non manca poi in Ninfa il contrapposto di Pompei. Nella stessa guisa che a Pompei l’antichità classica si rivela nelle sue pitture a fresco di aspetto gaio, nelle pitture mezzo