Pagina:Rimatori siculo-toscani del Dugento.djvu/199

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vi - pucciandone martelli 189

di tutto bella troverai regina,
55e si n’afinerai com’ero al foco:
che noi vedem che d’om’che s’ataupina,
già no li piace solazzo né gioco,
e chiamasi contento d’uno poco:
tale natura ha volontà meschina,
60e si ti parrà fina.
Amore, se risurgi la mia mente,
cosi forte seguente
ti parraggio, che farai acordanza
con lei di darmi amanza. — D’ella faccio
65non folle pensare a star selvaggio,
di lei nascosamente,
che mi diven com’omo che camina,
che cela l’ora a tal che seco mina.
Tal non credea che fosse convenenza
70che in voi m’intendesse si corale
e ben savesse come Amor m’assale:
già non sa bene di me riprendenza,
ch’eo non sono innamorato tale,
ch’eo da voi mai faccia partenza.
75Mercé, madonna, aggiate provedenza
d’alleggiar lo meo gravoso male,
da che poco mi vale
lo pur tanto chiamare voi merzede.
S’eo fosse om’senza fede
80dovreste aver mercede —
alquanto de lo molto meo tormento.
Ben aggio speramento — non fi’ grave,
che lo meo cor crede
farà acordanza Amor fina ’guale
85d’intrare in vostro core naturale.