Pagina:Rime (Andreini).djvu/136

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     Un chiarissimo raggio;
     Sì che del Mondo impuro
     Sgombrandomi l’oscuro
     Velo, m’apra del Ciel l’alto viaggio;
     Onde beàta un giorno
     Riveggia il tuo bel crin di stelle adorno.
Havrà ben fin la guerra
     Alhor de’ miei sospiri
     S’avverrà, ch’io ritrovi in Ciel quel bene,
     Ch’i’ perdei (lassa) in terra.
     O beàti martiri,
     Se l’effetto gentil d’amica spene
     Sarà mai, che v’affrene.
     Chiudami gli occhi Morte,
     S’aprir mi deve il Fato
     L’almo sentier beàto,
     Ch’altrui conduce à la superna Corte.
     Hor giunga il fin di questa
     Vita, se tal principio à me s’appresta.
O Laura mia quel Lauro,
     Da cui prendesti il nome,
     Ch’ebbe già da tuoi versi honor cotanto
     Qual havrà più restauro?
     Perch’ei cinga le chiome
     Di Poeti, e d’Heroi non si dia vanto,
     Che la porpora, e ’l canto,
     E di quelli, e di questi
     Quella gloria gli dia,
     Che già tù Laura mia
     Col nome, e con la cetra aurea gli desti.
     Ecco ei già langue, e perde
     Da te lontano, e le sue frondi, e ’l verde.


Il