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RIVISTA MINIMA 5

Scuola Moderna



— Al diavolo l’estetica,
     La logica, il buon senso
     E l’ideal melenso
     Poichè l’arte poetica
     5Dai vecchi impacci è sciolta,
     Farò il comodo mio...
     E spero questa volta
     Coi famosi del secolo
     Salire agli astri anch’io.
10— Il verno io canto, il verno,
     La stagione crudele —
     Stanotte il Padre Eterno
     In cima alla montagna
     Ha fatto il lattemiele...
     15E gli Aquiloni batton la campagna.
- A piè del Resegone
     Ve’! come il lago fuma
     Immoto, senza schiuma!...
     Visto dal mio balcone
     20Il gelido cratére
     Sembra la catinella d’un barbiere
     A cui mancò il sapone.
- Dalle nuvole rotte
     Il sole, ad intervalli,
     25In berretta da notte
     Mette fuori la faccia stralunata,
     Sbadigliando di noja —
     E frattanto, di neve disgelata
     Sgocciola la tettoia,
     30Come il nasuccio d’uno scolaretto
     Che smarrì il fazzoletto.
- Al margine del fosso
     Sulla morta natura
     Squittisce un pettirosso,
     35Coll’aria d’un becchino,
     Che d’una vergin sulla sepoltura
     Legga ghignando un romanzo di Dròz,
     O si sfiati a trillar sull’ottavino
     Un tema di Berliòz.
40— Se scendo all’orticello.
     Cui bieco irride il sole,
     Le assiderate ajuole
     Mi chieggono un mantello...
     Gli alberi incappucciati
     45Come convalescenti
     Ringhiano da dannati:
     Dio! che dolor di denti!
— Pur, dai gracili steli
     Una pallida rosa piccioletta
     50Sfida il rigor dei geli;
     Tanto bella e gentil, che la diresti
     Ai languidi colori, ai tratti mesti,
     La créola di Balzac,
     Una smilza figura
     55Di Dorè, di Kaulbach,
     Una giovin marchesa in miniatura.
     Se non temessi offenderti,
     Piccola Pompadour,
     Vorrei offrirti un cigaro Cavour!
60— Là, sulla opposta riva.
     Poderosa, anelante,
     Una locomotiva
     Fra i gioghi si allontana
     Come un tetro elefante
     65Che sbuffi il fumo d’un superbo avana.
     E dietro a quella sfilano schierati
     Dieci vagoni, in sembianza di abati
     Che vanno al Giubileo
     Grugnendo il Laus Deo!
70— Sull’ultimo vagone,
     Gaja e modesta ascendi,
     O mia nuova Canzone;
     E nella letteraria sinagoga
     Se mai, per caso, apprendi
     75Che oggigiorno hanno voga
     Dei carmi così fatti,
     Raccomanda a chi studia poesia
     Di andare a scuola all’ospedal dei matti.

A. Ghislanzoni.