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186 rivista di scienza


dei banchieri o degli usurai, come lo si può distinguere nei singoli casi. E concediamo pure che anche questo abbia avuto una influenza essenziale soltanto per poche grandi città e che nella maggior parte delle città abbia agito come in secondo ordine, dopo le forze evolutive dei redditi fondiari diretti dei signori del terreno. Già dai pochi accenni, che io ho fatto nelle pagine precedenti, risultava quanto prevalente sia stata l’importanza di questo grande fattore per la città medievale. E questa impressione rimane rafforzata se ci facciamo a esaminare la struttura economica di qualche grande città del Medio Evo. Troviamo allora che le altre città puramente industriali (come Freiberg) rimangono affatto piccole; ma che invece in ogni citta sopra i 10000 abitanti avviene un raggruppamento di forti consumatori. Si tratti di Venezia o di Firenze, di Genova, o di Milano, di Basilea o di Strasburgo, di Norimberga o di Asburgo, di Lubecca o di Amburgo, di Bruges o di Gand, di Ypres o di Liegi, di Parigi o di Londra, di Vienna o di Praga: sempre noi troviamo in queste città risiedere uno o più principi, re, margravi, duchi, arcivescovi, vescovi ecc., una quantità proponderante di istituti religiosi e una grande quantità di signori temporali del suolo. Insomma se non si può dimostrare con cifre il vantaggio portato da tutti questi elementi alla formazione delle città, si può affermare tuttavia che essi sono stati i fattori preponderanti e decisivi, e sopratutto lo si può verosimilmente affermare:

1) per il fondamento delle comuni conoscenze;
2) per il fatto appunto citato, che essi non mancano in nessuna città del medio evo;
3) per l’essersi osservato che dove essi si trovavano riuniti è sorta ogni volta una grande città;
4) per l’altra osservazione che dove essi mancavano non è mai sorta nel medio evo una città importante.

Ma se tuttavia alcuno potesse, nonostante tutto ciò, ancora dubitare della verità della mia tesi: che la città del medio evo fu prevalentemente, e in ogni caso nel primo tempo della sua esistenza, città di consumo, e che quindi il suo sviluppo devesi attribuire alla massa delle rendite fondiarie agglomerantesi in quel punto, io credo, che egli sarebbe liberato dal suo dubbio, se pensasse agli oggetti del primo sviluppo urbano nel medio evo, a quei fondatori di città-secondari, terziari ecc. ossia derivati, che propriamente riempivano la città.

Università di Breslau.