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infatti, di ridurre al minimo possibile la necessità, per cui bisogna pur sempre passare data la nostra organizzazione psichica, di «rappresentare» le nozioni scientifiche, di conservare i residui sensibili. Ora, invece, non si escogitano nuove ipotesi se non coll’immaginazione; da ciò la necessità, se la scienza deve servire a scoprire continuamente del nuovo, di non spingere l’astrazione fino a vuotare del tutto i concetti del loro residuo concreto d’immagini, di non ridurli alla pura loro denominazione priva d’ogni contenuto immaginativo. Eccellente mezzo riassuntivo per sistemare, nel modo più succinto possibile, ciò che già sappiamo, l’energetica si addimostra, dunque, inadatta a farci penetrare ancora più avanti nella conoscenza della natura. Le teorie meccaniste, invece, a forte contenuto immaginativo concreto, sono quelle che, pure offrendo un metodo di sistemazione non inferiore a quello offertoci dall’energetica, promettono una fertilità ben maggiore di quest’ultima come metodo d’invenzione creatrice e di scoperta.



Riviste Tedesche.


Sitzungsberichten der mathem.-phys. Klasse der kgl. Bayer. Akademie der Wissenschaften. (Dicembre 1906). — Hugo Seeliger, «Das Zodiakallicht und die empirischen Glieder in der Bewegung der innern Planeten». È noto che i pianeti interni presentano alcune piccole anomalie in confronto alla teoria newtoniana, maggiormente sensibile essendo quella del periferio di Mercurio. L’A., spiega queste anomalie riattaccandosi alla veduta già da lui affacciata nel 1892 che la luce zodiacale sia dovuta ad una materia diffusa circondante il sole; si ottiene una correzione abbastanza soddisfacente tenendo conto dell’attrazione che questa massa deve esercitare sui pianeti suddetti.


Die Neue Zeit. (16 Marzo 1907). — H. Joffe, «Revolution und Kultur. Un capitolo di filosofia marxistica». Rivoluzione e Civiltà sembrano nell’ideologia «borghese» due concetti contrapposti. Ma nella concezione della filosofia marxistica rivoluzione non indica, come nel linguaggio comune, distruzione, bensì mutamento. L’A. studia il diverso modo di concepire i fenomeni della filosofia che egli dice borghese, per cui si vedono stati definitivi e fìssi e della filosofìa invece che egli dice marxistica, per cui non si vede che un continuo mutare e succedersi di stati a stati, i fenomeni evolvendosi continuamente in fenomeni diversi. L’A. applica questa concezione al campo sociale,