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rivista di cavalleria 518


Il cavallo arabo vive in media anni 21. Ciò si ricava da un proverbio che riguarda il suo uso in Oriente e cioè: Sette anni per mio fratello, sette anni per me e sette anni pel mio nemico. Dunque il cavallo arabo è maggiormente apprezzato dagli anni sette ai quattordici, come del resto si ritiene per ogni cavallo anche da noi in Europa.

Una leggenda attribuisce al cavallo un’origine favolosa, e dicasi che Allah quando volle creare il cavallo, comandò al vento del sud di divenire materia e con un pugno di quel vento che prima era impalpabile, produsse il cavallo. Da ciò nacque il precetto del Corano, che comanda l’amore del cavallo come creatura d’Allah.

Le famiglie più stimate di cavalli si credono discendenti dalle cavalle di Maometto e sono detti cavalli del Profeta.

Gli arabi considerano il cavallo quale la creatura più eminente, dopo l’uomo, e reputano la più bella occupazione dell’uomo il suo allevamento, l’azione più meritoria quella di dargli da mangiare e la più gradevole delizia il cavalcarlo.

Il cavallo arabo appena nato diviene tosto oggetto di cure assidue ed affettuose. Esso fa parte integrale della famiglia del Beduino e vive sotto la medesima tenda, giocando coi bambini senza pericoli. Da puledro viene montato da un fanciullo e giornalmente allenato a lunghi percorsi a celere andatura. Quando l’arabo vuol provare il puledro, che sta allevando, lo sottopone ad una corsa di resistenza nel deserto, nella direzione d’un fiume. A dorso nudo lo spinge di carriera per parecchi chilometri, passa il fiume a nuoto e giunto all’altra sponda, se il puledro dà segni d’impazienza sbuffando, anelante di correre ancora, il suo avvenire sarà buono e sarà un degno discendente di razza; ma se appena uscito dall’onda si mostra sfinito, ansante per la fatica, viene tosto giudicato indegno di vivere e viene scannato sulla riva e la sua carne distribuita ai membri della famiglia pel loro nutrimento.

In forza di tale rigorosa selezione gli arabi possiedono i migliori cavalli del mondo pel servizio da sella, di cui tengono il registro per la loro genealogia. Essi sono gelosissimi delle buone