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rivista di cavalleria 240


Già che ci siamo mi sia permesso anche qui di esprimere la mia opinione.

L’A. si lagna perchè il nuovo regolamento, a somiglianza del vecchio, non approfondisce abbastanza la formazione a frotta; ora è necessario anzitutto d’intenderci: il tomo I del vecchio regolamento accennava alle frotte soltanto ai nn. 213, 214 a proposito del salto degli ostacoli artificiali e del cavalcare in terreno vario, ed era effettivamente troppo poco; il nuovo regolamento, sempre tomo I, ripete gli stessi cenni ai nn. 204, 205 che corrispondono agli altri già citati dell’edizione precedente, ma al n. 180 suggerisce tassativamente l’impiego delle frotte come normale nella equitazione all’aperto e al n. 220 prescrive ancora che i cavalieri eseguiscano lo sviluppo progressivo del galoppo a frotte.

Per quanto riguarda dunque gli esercizi d’equitazione non si può dire che il nuovo regolamento abbia trascurata questa assai pratica formazione poichè la consiglia o la impone ogni volta che si fa l’istruzione all’aperto.

Se si parla poi della frotta come formazione di manovra o di combattimento è duopo di ricorrere al II tomo e anche lì troviamo che le ultime correzioni ed aggiunte pubblicate in principio dello scorso anno mentre confermano i cenni sull’impiego della frotta o delle frotte indicati ai numeri 60, 90, 91, 106, 166, ne aggiungono uno importantissimo al N. 82 col quale la frotta ha una funzione inversa a quella generalmente intesa, quella cioè di restringere, per quanto possibile, la massa, allo scopo di diminuire la profondità delle colonne nel passaggio di strette.

Scagionato così il regolamento dall’appunto mossogli e tenutogli ben conto a suo vantaggio di non essere entrato in particolari nella spiegazione delle frotte (particolari che introducendo prescrizioni tassative in una formazione il cui carattere è il disordine, le avrebbero tolto appunto quella elasticità che le si vuol dare) passiamo ad esaminare le considerazioni che il Caprilli ha creduto di fare sull’impiego delle frotte. Egli, in luogo di lasciare alla frotta il solo carattere di ripiego imposto dal terreno, vorrebbe, per così dire, farne anche una formazione di manovra e la preferisce a quella della colonna di plotoni e della linea spiegata. Lasciamo da parte quest’ultima che non serve che per l’attacco e che non dev’essere presa che al momento estremo, ma confrontiamo le due formazioni a frotte proposte dal Caprilli con quella della colonna di plotoni voluta dal regolamento, e