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rivista di cavalleria 336

tempo faranno veri e rapidi progressi; che alla mente degli istruttori apparirà chiaro il carattere della individualità che all’istruzione devesi dare, carattere di cui tanto è improntato il regolamento.

Inoltre si avrebbero molti altri minori vantaggi, in considerazione al numero rilevante delle reclute da istruire, al breve tempo in cui le cavallerizze possono essere assegnate ad ogni squadrone giornalmente, e alla difficoltà di usare di terreni scoperti nelle regioni settentrionali durante la stagione invernale.

Malgrado che il trotto di scuola sia effetto di logica conseguenza al principiare dell’istruzione a cavallo, lo si potrà abbandonare non appena le reclute abbiano imparato il trotto di manovra, il che succede dopo pochi giorni d’uso delle staffe.

Reputo saggia la disposizione che vieta l’uso della frusta durante l’istruzione delle riprese. Però accorderei l’uso di una bacchetta per quei cavalli che approfittano della inesperienza delle reclute e della mancanza degli speroni per mettersi indietro della mano. Il provvedimento gioverà alle reclute stesse che dovranno praticarlo.

Sono pienamente concorde col regolamento circa le prescrizioni sul modo d’impugnare le redini. Ma tanti maggiori vantaggi ne vedremmo se il pelham venisse una buona volta a surrogare quell’orrenda immorsatura che affligge i nostri cavalli. Anch’io ho fatto le evoluzioni di squadrone e gli esercizi in campagna in semplice filetto; ne ho ottenuti sorprendenti risultati. Con tutto ciò un reparto di cavalleria su cavalli in semplice filetto che si trovasse alle prese con altro reparto nemico adeguatamente immorsato, ritengo sarebbe in condizioni inferiori. Di fronte però ai vantaggi del pelham, (ampiamente già esposti sulla Rivista dal capitano Cingia) vantaggi ripetutamente anche da me provati, non esito a giudicarlo il solo freno che si convenga pei nostri cavalli, adatto alla mano del soldato.

Quando il soldato pone mente alla direzione da tenere od all’ostacolo che gli sbarra la via, credo non penserà in quello stesso istante al porto di staffa. Mi pare perciò difficile cosa l’ottenere praticamente l’esecuzione di quanto prescrive il regolamento al riguardo. Mi sembrerebbe più pratico invece che si stabilisse di adottare la sola posizione del piede completamente staffato a tutte le andature, pur concedendo che nelle marcie e nelle esercitazioni tattiche si potesse appoggiare sulla paletta della staffa la parte più larga del piede. L’avere il piede in parte o tutto introdotto nella staffa fa sì che anche la gamba si trova relativamente più o meno distesa; il che è un inconveniente.