Pagina:Rivista di cavalleria (Volume IX, 1902).djvu/500

Da Wikisource.

il nuovo i tomo del regolamento d’esercizi 493


Ed ora che ho parlato della istruzione delle reclute, parte II, non voglio nè posso chiudere questo mio scritto senza prima toccare anche la parte IV del regolamento provvisorio e dire brevemente e serenamente, quale sia la mia opinione.

Senz’altro mi unisco col Caprilli nello invocare la sopressione del paragrafo a) «Perfezionamento nell’equitazione di scuola».

Si sono formati in tal modo due regolamenti, il primo «Istruzione delle reclute», il secondo «Perfezionamento nell’equitazione di scuola» l’uno in contraddizione coll’altro.

Se ciò mostra le diverse tendenze e concessioni reciproche che devono necessariamente essere avvenute in seno alla commissione tra gli egregi compilatori del nuovo regolamento, non è men vero che dopo tanto faticare nello edificare (V. Premessa ― Istruzione delle reclute), si sia poi ricaduti nella vecchia tendenza, abbattendo ciò che con tanto sforzo e coraggio s’era costruito.

Si è tentata una nuova maniera, già entrata nel sangue dell’arma, ma le abitudini e la tradizione che hanno non poco peso nella vita degli uomini, non hanno permesso al nuovo verbo che una semi-incarnazione.

Chi ben legga però la premessa, dovrebbe ritenere tale perfezionamento, (si sarebbe detto meglio ornamento, poichè il perfezionamento lo dobbiamo intendere sul terreno di manovra, nella equitazione di campagna e non in maneggio), esteso ai soli ufficiali, graduati e cavalieri scelti.

Pur tuttavia così come è formulato lascerà sempre campo a chi volesse di rituffarsi nell’antico più classico, ciò che non si vorrebbe.

Perciò è assolutamente necessario, pur conservando il paragrafo a), in omaggio agli antichi maestri di alta scuola, che fu gloria italiana, che il regolamento sia più esplicito, e stabilisca tassativamente che il perfezionamento nell’equitazione di scuola deve intendersi impartito ai soli ufficiali, graduati e cavalieri scelti.

Così modificato il paragrafo a), accontenterebbe conservatori e progressisti, la parte riguardante le reclute ne uscirebbe omogenea e più salda e la nostra arma avrebbe una norma sicura colla quale proseguire nel duro ma pur bello cammino della nostra carriera.

Farò anch’io un voto visto che l’esempio è contagioso.

Mi auguro che fra non molto scompaia dalla nostra arma ogni ragione di rivalità in tutto ciò che ha attinenza alla equitazione militare e che gli ufficiali tutti stretti da un solo sentimento, da un solo scopo, rispettosi i più giovani di ciò che fu gloria italiana nella storia della equitazione e meno intransigenti i più vecchi, si diano sinceramente e lealmente la mano onde concorrere tutti indistintamente a formare dei combattenti a cavallo veramente forti ed agguerriti in difesa del Re e della Patria.

Lodi, 25 marzo 1902.

Ettore Varini

Capitano nei cavalleggeri di Lodi.