Pagina:Rivista di cavalleria (Volume IX, 1902).djvu/508

Da Wikisource.

il nuovo i tomo del regolamento d’esercizi 501

manovra, senza quasi scomporsi, ostacoli in paragone ai quali quelli di guarnigione sono giuocattoli come ad esempio quei fossatelli di piazza d’armi che i cavalli rifiutano con orrore perchè... artificiali.

Si dirà che in campagna tutti saltano perchè trascinati dall’impeto e dall’esempio degli ufficiali. È vero, ma appunto per questo si è istituito il corso di Tor di Quinto e pei graduati il corso complementare. Si dirà anche che gli ostacoli sono rappresentati da fossi, siepi o staccionatelle di poco conto. È verissimo, ma è appunto perchè sono i soli e veri ostacoli che dovremo saltare che non vedo la necessità di sfoggiare in un regolamento tante teorie sul salto specialmente d’elevazione.

Infatti chi è di noi, o dei nostri vecchi che ricorda d’aver saltato, o visto saltare, col proprio reparto ostacoli d’elevazione di maggior conto?

I muri, le siepi e le staccionate di qualche entità è assai più utile e logico romperli, si guadagna tempo e si mantiene l’ordine e la disciplina nel reparto, mentre il fosso, intorno al quale sarebbe pur necessario creare una teoria che insegnasse a superarlo per risparmiare il cavallo, è l’unico vero ostacolo che è giuocoforza saltare quando supera certe dimensioni.

Eppure, vedi combinazione, sono appunto i fossi quelli sui quali raramente ci esercitiamo in guarnigione anche quando per la loro forma e dimensione sarebbe pur logico insegnare al soldato il modo di contenersi per evitare che il cavallo spicchi un salto inutile, instillando il principio di risparmiarne le forze, principio tanto aureo quanto poco noto o volentieri dimenticato dalle pattuglie e cavalieri isolati, sotto la veste dei quali si nasconde bene spesso il carrettiere, proverbiale per la voluttà colla quale sfrutta, quando non maltratta, per puro vezzo, il cavallo.

Si è detto, e qualcuno lo crede seriamente, che questo mio umile modo di vedere ha tutta l’aria di voler combattere lo sviluppo dato in questi ultimi tempi al salto, ed in special modo al salto d’elevazione.

A costoro rispondo che non applaudirò mai abbastanza la istituzione del Corso di Tor di Quinto e l’incoraggiamento venuto dall’alto per ogni genere di sport, come sottoscriverei, con entusiasmo, per la creazione d’un premio da conferirsi a chi saprà scrivere il miglior trattato sul salto, ma convinto come sono, e