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A PROPOSITO DELLE MONETE DI GIANCARLO VISCONTI


Nell’autunno del 1850, entrato con un mio fratello socio di collezione (ora morto, poveretto) da un orefice di Lecco e chiestogli di monete antiche, ne fu mostrato un sacchetto di monetine di lega apparentemente milanesi del principio del quattrocento e ci fu detto essere state ritrovate da poco tempo a Valgreghentino.

Data una rapida occhiata al contenuto e scambiatacene una seconda, comperammo senza mercanteggiare. Eravamo poco più che ragazzi, si raccoglieva un po’ di tutto e ci si metteva della passione. Qual fu la nostra sorpresa, allorché ne fecimo l’esame, vedendoci passare sott’occhio denaretti di Giancarlo ed Estore Visconti, collegati e soli, frammisti con altri di Giangaleazzo, Giovanni Maria e Filippo Maria! — Ci pareva di sognare.

Fatto passare per bene il nostro tesoretto, trovammo che non consisteva che di trilline, denari e bisciole, mille e cinquecento circa. V’erano pochi denari di Giangaleazzo per Milano, Verona, e credo anche Padova, quantità di bisciole di Giovanni Maria, buon numero di Estore e Giancarlo associati, una del solo Estore, una del solo Giancarlo ben chiara, più due poco leggibili, tuttora inedite, cinque o sei con Mediolanensis nel rovescio, una trillina di Giovanni da Vignate, un denaro di Cabrino Fon-