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totipo di quel disegno dovette essere una moneta abbastanza logora. Non so se si possa ammettere che il graffito da noi riportato abbia relazione colla testa presso cui venne tracciato, che toglierebbe allora ogni dubbio che s’abbia ad intendere una donna e non già figura virile.


CAMPANIA.


FISTELIA.


Dirò di alcune varietà delle monetine coll’osca leggenda , già prima dall’Avellino e dal Micali ed ultimamente dal Garrucci attribuite alla Plistia o Phlistia menzionata da Tito Livio. Posseggo un obolo di questa città, colla scritta greca monca così: ΦΙΣΤΕΛΑ. Questa medesima omissione, dell’ ι finale, l’ho riscontrata anche su di un esemplare del Museo Nazionale di Napoli. Qui è l’omissione di una lettera; altrove, spessissimo, ve n’ha di soverchie. Di Taranto conosco un didramma con l’epigrafe ΤΑΣΡΑΣ1.

Il Fiorelli2 riportò un listino di errori di tal fatta; ma il numero n’è più esteso. Conosco una Cales, su cui si scorge la lira capovolta, mentre tutti gli altri accessorii e tipi sono esattamente disposti. Posseggo altresì una Nola, su cui non solo v’ha l’ι in più, già da altri notato, ma ancora lo scambio dell’α in v: ΝΙΩΙΛΛΩΝ. Il più strano è poi questo, che il riverso di questo didramma, identico per tipo a quello

  1. Coll. del Duca di Caianiello.
  2. Osserv. sopra monete rare di città greche. Napoli 1848, pagina 28, nota 43.