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appunti di numismatica romana | 161 |
e non si possono togliere. Il che non impedisce che si possano ed anzi si debbano interpretare due f in luogo di due e, perchè in altra moneta di indubbia autenticità, che riproduco al N. 17 della Tavola, una lettera che deve necessariamente essere un f è scritta precisamente a guisa di un e. È un asse della famiglia Tituria, la cui leggenda deve essere: l. titvri l. f. Orbene l’f finale ha tutta l’apparenza di un e; anzi, letto come tale, mi aveva lungamente lasciato perplesso sull’attribuzione di quell’asse, che m’era sembrato potesse appartenere alla Turillia; e non credo di andare errato supponendo si tratti precisamente di quell’asse già attribuito alla Turillia e che Cavedoni in una lettera a Mommsen (V. Babelon, Vol. II, pag. 498) restituisce alla Tituria. Ma l’esemplare esaminato da Cavedoni mancava d’una porzione della leggenda, la quale invece è nel mio completa, almeno nella parte che ci interessa. — Ora, fermandomi a studiare quella lettera che come e non aveva significato, mi persuasi che la lettura corretta dell’asse è quale l’ho data e quale la intravvide Cavedoni. E, richiamando la questione dell’aureo d’Antillo, mi parve che una moneta potesse servire a chiarir l’altra, cosicché cambio ben volentieri, come sempre davanti al fatto, l’opinione già da me espressa a proposito di quell’aureo1 quando, non conoscendo alcun altro esempio di f scritta a guisa di e, non potevo rassegnarmi a fare una eccezione pel solo motivo di trovarne l’interpretazione, e ossequente al vero o a quello che tale mi appariva, mi accontentavo di rinunciare a spiegarla.
E cosi, concludendo, le due lettere si devono leggere positivamente per due f, e si deve accettare
- ↑ Gazzetta Numismatica di Como. Anno 1886.