Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/268

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il medaglione romano 247

il tondino, cioè approfondendo l’incavo; viceversa, mantenendo invariato lo spessore non si potevano ottenere monete più pesanti fuorché aumentando il diametro; ne segue, che per ottenere monete notevolmente più pesanti bisognava servirsi di altre forme, diverse da quelle per le monete ordinarie; bisognava servirsi di forme in cui gl’incavi avessero un diametro maggiore od una maggiore profondità. Il procedimento tecnico quindi, dimostra già per sé stesso che le eccedenze di peso nelle monete non possono avere un’origine casuale; la forma doveva essere preparata appositamente per fondervi tali monete.

Le osservazioni che possiamo fare sulle monete stesse lo confermano. Le monete pesanti hanno spessissimo un orlo, ch’è largo da due a tre millimetri; ciò accade quando un conio da sesterzii di peso ordinario leggiero fu impresso su di un tondino più grande. In altri casi è lo spessore, non il diametro, che cagiona l’eccedenza del peso.

Un’altra circostanza la quale dimostra che l’esistenza di sesterzii pesanti contemporaneamente agli ordinari sesterzii leggieri non è cosa fortuita ma voluta, è che si ritrovano dupondii ed assi pesanti e dupondii ed assi leggieri, i quali pel loro peso corrispondono rispettivamente alla metà dei sesterzii pesanti e dei sesterzii leggieri.

Anzi, siccome gli stessi rovesci si trovano tanto fra i sesterzii che fra i dupondii e gli assi, pesanti e leggieri, si possono formare delle serie complete di ciascuna sorta; dato che una emissione caratterizzata da un rovescio comprenda tutte le monete di diverso valore, ciò che non pare sia sempre accaduto, e dato che, in caso affermativo, si trovino realmente esemplari di tutte queste monete in una collezione numismatica, per quanto vasta.

Da quella del Gabinetto Imperiale ho trascelto gli esempi che seguono, per dimostrare che veramente ai sesterzii pesanti e leggieri corrispondevano dupondii ed assi pesanti e leggieri col medesimo rovescio; s’intende che per l’infinita varietà e per le oscillazioni dei singoli pesi effettivi, come per le lacune che pur presenta la raccolta, si devono trascurare le piccole differenze.