Pagina:Rivista italiana di numismatica 1889.djvu/546

Da Wikisource.

le medaglie di giuditta pasta 519

di liberali studi, dando fra questi preferenza ai drammatici. “Si familiarizzò così” (a quanto ne dice un suo biografo) “con Metastasio ed Alfieri, con Voltaire e Shakespeare.” E per quanto io sia molto restio a prestar fede alla familiarità della giovinetta col tragico inglese, non ancora qui apprezzato come lo fu dappoi, tuttavia si può facilmente credere a siffatti studi che prepararono in lei quel talento drammatico che doveva riscuotere il plauso di Talma.

Giovanissima s’unì in matrimonio a Giuseppe Pasta, dottore in leggi, facile verseggiatore, appassionato assai per la musica, e dilettante di qualche pregio.

Dei primordî della carriera della Pasta, poco si può dire, che ninna traccia lasciò a Brescia, a Parma, a Livorno, ove, a detta del Fétis, cantò nel 1815. L’anno seguente invece ebbe maggior incontro sulle scene del teatro dei Filodrammatici in Milano. Cantò quivi insieme al marito in un’opera del suo maestro, Giuseppe Scappa, intitolata: Lopez de Vega1, ed in quella circostanza “il poeta de Vega, Sig. Giuseppe Pasta e la prima delle tre Isabelle, signora Giuditta Pasta, vennero meritatamente riconosciuti degni del primato nella forza, espressione e modi di melodica maestria.” Nei primi del marzo di quell’anno (1816) gli sposi Pasta riscossero ancora applausi in quello stesso

  1. V’ha chi afferma questo melodramma, libretto di Antonio Zannata, chiamarsi Le tre Eleonore, ed aver per soggetto gli amori del Tasso. E forse così fu concepito; ma per un riguardo alla casa d’Este (e per questi riguardi la Polizia austriaca divenne famosa) le tre Eleonore si tramutarono in tre Isabelle: un giornale del tempo osserva che l’impasto dell'argomento presenta qualche rassomiglianza colle avventure del Tasso.