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quinto secolo e che la sua origine è appunto da ricercarsi nel cuore dell’Etruria da dove si sarebbe poi diffuso fra i popoli vicini.

In Sicilia, prima della fondazione delle colonie greche, fu pure usato il bronzo in natura per gli scambî commerciali, ma i siculi passarono senza transizioni dall’aes rude alla moneta coniata introdotta dai Greci1, per cui l’aes rude non vi può esser rimasto in uso dopo il secolo settimo av. C.

Nell’alta Italia si è rinvenuto l’aes rude e l’aes signatum a Marzabotto (Bologna), a Quingento (Parma), a Servirola (Reggio), a Levizzano (Modena) ed a Mantova; l’aes grave solo a Bologna. Gli Etruschi che avevano introdotto in quelle regioni l’aes rude e l’aes signaturm, dovettero ritirarsi dinnanzi ai Galli invadenti e non ebbero campo di estendervi anche l’uso dell’aes grave.

L’aes rude delle tombe etrusche di Villanova e di Marzabotto si può riportare al VII secolo, l’aes signatum al VI e l’aes grave della Certosa di Bologna al V secolo av. C. Bologna cadde in potere dei Galli nel 396 av. C. e potè conoscere l’aes grave, il quale non si trova più oltre per la ragione già detta dell’invasione gallica.

In Sardegna l’aes rude, che si ritrova anche oggi in abbondanza, fu sostituito dalla moneta coniata introdottavi dopo la conquista cartaginese dell’isola, avvenuta verso il 260 di Roma (494 av. C).

Un fatto notevole è quello che le monete dell’aes grave dei vari popoli dell’Italia centrale, sono assai più rare di quelle romane, ed è naturale: dopo che Roma

  1. Mommsen, Histoire de la monnaie romaine. Vol. I, pag. 111.