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origine della moneta in italia 335

quanto riporta Suida, raccontava che il re Numa avrebbe introdotte le monete in Roma e che dal suo nome le avrebbe chiamate nummi.

È vero che Dario chiamò darica la moneta da lui emessa, e Filippo chiamò filippi le proprie, e che in tempi moderni abbiamo avuto i carlini, i luigi, i francesconi, i napoleoni, ma abbiamo visto altresì che i Latini chiamarono pecunia ed aes la loro prima moneta e non nummo. Pare che i Tarantini siano stati i primi a chiamare nummo la loro moneta.

In Grecia le più antiche monete furono chiamate stateri, dramme, oboli, e nessuno di questi vocaboli entrò nell’uso della lingua latina. E neppure nella Grecia, propriamente detta, fu mai rinvenuta alcuna moneta che somigliasse all’aes rude, all’aes signatum o all’aes grave; le più antiche monete della Grecia e della Lidia sono d’oro o d’argento e impresse col conio.

E dunque senza fondamento l’asserzione del Lenormant che gli Etruschi abbiano copiato l’aes grave dai Greci di Sicilia1.

Lasciamo pure alla Lidia, o alla Grecia, se si vuole, l’onore di avere inventato il conio e di averlo introdotto in Italia, ma non è possibile negare che la moneta italica primitiva sia sorta in modo spontaneo, quasi naturale.




  1. F. Lenormant, La monnaie dans l’antiquité, Vol. I, pag. 139.