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334 arturo g. sambon

« che quilli si havessero da spendere sei per uno tornese1. » Si coniò questo doppio cavallo o sestina nelle zecche di Napoli e di Sulmona.

Rivisse cosi questa moneta, e per lungo tratto di tempo, tra continue mutazioni di Signoria, con tipi assai vari, se ne continuò il conio, restando però sempre immutabile, presso il volgo, la denominazione di cavallo.


AMATRICE.


Amatrice, piccola terra dell’Abruzzo Ulteriore II, e capoluogo di cantone del distretto di Civitaducale, mantenutasi fedele a Ferdinando d’Aragona, nel 1485, durante la congiura dei baroni, n’ebbe in ricompensa privilegi e donazioni, di cui è memoria in una nota di un diploma smarrito, trascritta nei repertori aragonesi2: «In anno 1486 re Ferrante concede all’Università et homini della città d’Amatrice ob fidelitatem erga eum observatam la terra di Civita Regale, la quale alias fu di detta città e per esso re era stata concessa alla città dell’Aquila, per rebellione della quale è devoluta ad esso re, e perciò la restituisce alla detta Università; etiam concede la terra della Rocca e li casali della Montagna di Rosito, le quali olim furono di detta città dell’Aquila rebelle, come appare in Privileg. fol. 70.» Nel medesimo anno, se non proprio mercè questo documento, di cui ci mancano i particolari, dovè concederle Ferdinando il privilegio della Zecca. Giuseppe Maria Fusco riportò pel primo

  1. Ivi, p. 224.
  2. T. 1. Rep. Prov. Aprutii citra et ultra, t 127, t. Quinternioni.