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colla croce al riverso sarebbero da attribuirsi alla zecca di Cosenza ed erronea si palesa la conghiettura del medesimo Fusco e del Lazari che, cioè, queste monete furono improntate nel 1459, allorché Ferdinando fu coronato a Barletta.

Questo tipo fu coniato sino al 1488, sotto la direzione di Nicolò Spinello. Il conio fu eseguito da Girolamo Liparolo. Da un documento del 1473 (31 marzo), veniamo a sapere che la prima emissione di questa moneta fu lavorata dall’aquilano Leonardo de Cambrario1. “Leonardo de Cambrario de Aquila,venuto in Napoli (nel 1472) per mandamento de V.M. have facta moneta in la vostra ceccha de Napoli de coronati de la forma come primo in ipsa ceccha se faceano et anco de forma nova su la quale da una parte è scolpita una testa che rapresenta la imagine del vulto de la Maesta et anco facto moneta de justini et piczoli più belli che mai se facesse in dicta ceccha2”.

Abbiamo già fatto cenno della riduzione che subì la lega de’ coronati di Ferdinando. A questa adulterazione della lega di alcune emissioni s’aggiunse poi lo sconcio di numerose falsificazioni e di continue tosature ; di modo che in alcune parti del Reame si giunse persino a rifiutare totalmente alcune emissioni e specialmente quelle delle zecche minori, da cui sospettavasi fosse stata più audacemente adulterata la lega. Trascrivo qui, dai Registri della Curia3, un ricorso, del 14 aprile 1488, della città di Aquila, motivato da tale rifiuto dei coronati.


  1. Leonardo de Cambrario era mastro di prova e per tale ufficio dirigeva tutta la lavorazione della moneta.
  2. Reg. Comuni, 16, fol. 92-94.
  3. Camera della Sommaria. Curia 23, fol. 19.