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86 vincenzo capobianchi

a coniare soldi d’oro ancora dopo l’anno 800, ed i più accreditati furono quei denominati mancusi (cum signo manus cusi) 1 dal contrassegno della mano che primieramente vi era stampato e che li distingueva dai soldi d’oro lucani stellati che avevano invece una stella.

  1. Non si ha notizia certa dell’etimologia della voce Mancusus o Mancosus, e varie sono le opinioni dei dotti sull’origine di questa. Il Carli ritenne che i Soldi d’oro Mancosi, quasi mancanti, fossero monete del Basso Impero calanti dal giusto peso del Soldo; e siccome il valore del Soldo d’oro fu di 40 denari d’argento, fossero detti Mancosi quelli di 30, i quali formavano solamente tre quarti del valore del Soldo d’oro. (Vedi Zanetti, Nuova raccolta delle Monete e Zecche d’Italia. T. IV, p. 101). Il Zanetti credette invece che fossero denominati manu cusi (Zanetti, Op. cit. T. II, p. 377) ossia: «coniati a mano, come i Zecchini Veneziani, piuttostochè per essere mancanti, cioè di minor peso, e di minor bontà degli antecedenti soldi, perchè la voce mancante per ispiegare diminuzione a que’ tempi non era in uso.» Altri lo hanno creduto peso o misura e non moneta, ed altri infine l’uno e l’altra, a seconda dei paesi e dell’epoche.
    Nulla si oppone al poter dire che il soldo d’oro Mancuso fosse moneta reale e che in Italia principiasse ad aver corso, trovandosi quivi le notizie più antiche. In un documento dell’Abazia di Sesto in Friuli se ne fa menzione all’anno 778. (Vedi Zanetti, Op. cit., Monete di Faenza. T. II, p. 374 nota (a) persolvere XX mancoseos auri...): e nel regesto farfense principia ad apparire al 787, contemporaneamente al soldo d’oro lucano.
    Prima che le zecche italiche fossero messe sul sistema del nuovo peso carolino, il soldo d’oro mancuso era già in corso in Italia, avendo quasi sostituito il primitivo Soldo d’oro; seguitò ad aver corso durante la riforma di Carlo Magno, ed è allora che fu tassato a 30 denari della nuova moneta d’argento, tassazione che appare per la prima volta in un documento veronese dell’816. In seguito, allorchè ne cessò nelle zecche italiche la coniazione, il soldo d’oro mancuso fu convertito nel proprio equivalente, ottenendo perciò il nome di Mancuso d’argento, valuta ideale e di conto che denotava la somma collettiva di 30 denari.
    Escluso adunque che la voce Mancusus possa significare mancanza o mancante, esaminar devesi se quella voce possa invece derivare da manu cusi. L’etimologia di Mancosus o Mancusus da manu cusi, cioè coniati a mano, secondo il Zanetti come i Zecchini Veneziani, è etimologia ma senza significato. Tutte le monete allora e poi furono approssimativamente coniate nella medesima maniera, nè l’esser coniati a mano in altra guisa, dar poteva contrassegno tale da formarne una specie